Castelfranco Emilia (Modena), 15 marzo 2018 - Ci è passato anche lui, e non ha avuto il coraggio di parlare. Poi la sua passione per la musica lo ha come liberato e Marco Baruffaldi, 22enne modenese di Castelfranco Emilia, ha composto il suo rap-manifesto: ‘Siamo diversi tra noi’, l’inno più potente che si possa immaginare contro il bullismo. Un video che sul web, rimbalzando tra i social e youtube, è diventato presto virale. Con tanto di cd prodotto e venduto nelle edicole locali per raccogliere fondi a favore della disabilità.
Ma adesso Marco, affetto dalla sindrome di Down, nella sua battaglia contro i bulli è andato anche oltre la musica. Lo ha deciso in un attimo martedì sera, davanti a un tg che parlava del 17enne di Rivoli che si era suicidato. «Una vicenda che lo ha sconvolto – ha spiegato ieri il padre di Marco -, che lo ha toccato nel profondo». Così il giovane modenese ha acceso il pc e attraverso la webcam si è rivolto direttamente a tutte le vittime di bullismo, lasciando loro - e a tutta la rete - la propria e-mail e un numero di cellulare.
Una scialuppa lanciata a chi sta soffrendo nelle stesse acque in cui lui si è trovato solo pochi anni fa. «Vorrei raggiungere più persone possibile - dice Marco nel filmato, che una volta postato su Facebook è stato visualizzato migliaia di volte in poche ore -, così che possano imparare a reagire e a difendersi. Spero così di poter salvare qualcun altro: un bambino o un ragazzo vittima di bullismo e violenza. Mi rivolgo a loro: non arrendetevi mai, ditelo con i vostri genitori e professori, non fate il loro gioco. Ancora oggi sono pentito di non avere parlato con i miei quando è successo a me: era quello che avrei voluto e dovuto fare, ma la paura mi aveva bloccato».
Marco nel video ripercorre per tappe, ma senza fare nomi, anche la sua vicenda. «Fin da piccolo – spiega – a scuola sono stato maltrattato brutalmente. Un ragazzino mi picchiava continuamente, mi minacciava. E ho subito di peggio da un insegnante di sostegno: mi prendeva a sberle, mi pestava i piedi, mi insultava. Mi seguiva con l’auto per minacciarmi, perché non voleva che lo dicessi ai miei genitori. E io non ho mai detto niente».
Un’ultima battuta, però, il 22enne la riserva proprio ai bulli, «grandi e piccoli: è ora di finirla, adesso basta». «E’ diventata la mia missione – ha aggiunto ieri il ragazzo – sento che devo fare qualcosa». E video a parte, Marco per questa sua battaglia sta già facendo tanto altro. Il tam tam sul web lo ha infatti catapultato all’attenzione di diverse scuole emiliane, che lo hanno contattato perché parlasse in classe di bullismo agli alunni. Pochi giorni fa per la prima volta è salito in cattedra in una scuola media del Bolognese e ha letteralmente stregato i ragazzi. Intanto la lista degli inviti continua ad allungarsi, anche fuori regione.