REDAZIONE MODENA

Un centro antiviolenza nella villa confiscata alla ’ndrangheta

A Maranello si avvia alla conclusione il percorso che porterà alla nascita della nuova struttura

La villa confiscata a Maranello

La villa confiscata a Maranello

Modena, 15 gennaio 2019 - Si avvia alla conclusione il percorso che porterà nelle prossime settimane il Comune di Maranello ad acquisire definitivamente la villa confiscata alla criminalità organizzata e nello specifico alla famiglia ndranghetista dei Pelaggi.

La vicenda ha origine nel 2014, con la confisca definitiva dell’immobile, comunicata all’amministrazione comunale l’anno successivo dall’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.

Il percorso burocratico che ha portato all’assegnazione formale della villa al Comune di Maranello è ormai vicino alla conclusione, grazie alla delibera approvata nell’ultima riunione della Giunta Comunale.

Grazie al lavoro svolto e alla proficua collaborazione con l’Agenzia per i Beni Confiscati, l’amministrazione è riuscita a far modificare l’atto di destinazione della villa confiscata – su cui gravavano inizialmente diverse ipoteche - ottenendo quindi l’assegnazione definitiva del bene, che dovrà ora essere ratificata dal voto del consiglio comunale di Maranello nella prossima seduta.

Come già anticipato negli scorsi mesi, la struttura sarà destinata alle politiche rivolte alle donne vittime di violenza, che negli ultimi anni sono state al centro di diversi progetti da parte dei Comuni del Distretto Ceramico: «Recentemente – sottolineano il sindaco Massimiliano Morini e l’assessore alle Pari Opportunità Mariaelena Mililli – è stato infatti inaugurato il Centro Antiviolenza ‘Tina’ di Sassuolo, voluto dai Comuni del Distretto Ceramico, e sono stati attivati il numero di emergenza attivo 24 ore su 24 e il protocollo per la consulenza legale: il progetto che definiremo per la nuova struttura va quindi ad inserirsi in questo contesto, che punta ad offrire strumenti diversi di supporto concreto alle donne vittime di violenza. L’assegnazione del bene ci consente ora di valutare le opportunità di una struttura che finalmente tornerà nel patrimonio a disposizione dei cittadini: un risultato che premia il lavoro e la tenacia con la quale l’amministrazione ha cercato di restituire al nostro territorio ciò che illecitamente è stato sottratto all’intera comunità”.