VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Modena, manifestazione per la sicurezza. “Le zone rosse non servono”

In 150 sfilano in strada, ma poche famiglie nonostante gli appelli a partecipare. “Viviamo un clima di terrore. Siamo liberi cittadini, aspettiamo vere risposte”

La partenza del corteo per la sicurezza a Modena, dal Novi Sad

La partenza del corteo per la sicurezza a Modena, dal Novi Sad

Modena, 22 febbraio 2025 – “La sicurezza non ha colore politico, è un diritto di tutti i cittadini”. E’ inneggiando a questo ‘slogan’ che oggi pomeriggio un po’ meno di 150 cittadini hanno manifestato per le strade del centro unendosi in corteo da quella che presto potrebbe divenire ‘zona rossa’, ovvero il Novi Sad, al centro di aggressioni, degrado, spaccio.

Partecipazione e motivazioni del corteo

Lo ‘slancio’ è stato dato dagli esponenti del controllo di vicinato ma – ci hanno tenuto a precisare – la manifestazione è stata indetta e organizzata da liberi cittadini. Non erano presenti politici (o, se c’erano, erano defilati) ma appunto ’comuni’ cittadini – come si sono definiti –; unico rammarico la partecipazione di poche famiglie rispetto alle attese, nonostante l’appello ad una maggior sicurezza e presidio parta proprio da tanti genitori preoccupati per le continue aggressioni ai danni di studenti.

Corteo a Modena per la sicurezza (foto Fiocchi)
Corteo a Modena per la sicurezza (foto Fiocchi)

Presente invece il Siulp, sindacato di polizia. “Gli agenti sono in prima linea tutti i giorni – ha sottolineato il segretario provinciale Roberto Butelli – ma lo sconforto è grande poiché le norme, che appartengono agli anni ’70, non ci tutelano. Le zone rosse? Un bicchiere d’acqua fresca. Abbiamo bisogno di inclusione – ha rimarcato Butelli – di un’area come il Novi Sad arricchita da spazi di aggregazione, aree dedicate allo sport. I nostri giovani saranno gli adulti di domani e devono avere posti dove stare insieme: rinchiuderli nella ’Tenda’ non è una soluzione”.

Per intenderci a proporre le ‘zone rosse’ inviando una direttiva ai prefetti è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al fine di sottolineare l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento. Strumento che ha restituito feedback positivi a Firenze e Bologna.

Interventi e richieste dei cittadini

“Sono sulle barricate da 25 anni” ha affermato oggi Walter Parenti, libero cittadino in manifestazione, coordinatore di vicinato e a capo del comitato Villaggio Zeta. Con un cartello appeso al collo, che invoca il passaggio della questura in fascia A ha sottolineato: “Dopo l’aggressione ad una nostra concittadina (Antonella Bernardo), dopo l’ennesimo accoltellamento al Novi Sad abbiamo deciso di scendere in strada per chiedere risposte concrete”.

“Vogliamo la sicurezza in tutta la città e non zone rosse da cui il problema si sposterebbe soltanto – ha tuonato Andrea Gaddi del comitato Parco Londrina –. Mettendo ‘le mani’ sul Manfredini qualcosa va migliorando ma verso via san Faustino il problema dello spaccio continua anzi, aumenta. Gli interventi servono in tutta la città”.

Testimonianze e azioni future

A fare da ‘apripista’ alla manifestazione Antonella Bernardo, storica operatrice della biglietteria dell’autostazione: “Tutti i giorni viviamo il terrore di questa situazione e se siamo qui è per i nostri figli e per tutti i cittadini. Sono di sinistra, allora? – ha tuonato – E’ un reato? Non credo e questo è un corteo apolitico. A seguito dell’ultima aggressione sotto le tribune del Novi Sad è partito l’allarme nella chat privata dei coordinatori del controllo di vicinato poiché non se ne può più. Vogliamo parlare del 15enne recentemente aggredito in autostazione? E se fosse stato mio figlio o il vostro?”.

“Nei prossimi giorni riprenderemo il confronto, attraverso un dialogo con i gruppi del controllo di vicinato per vedere insieme alle forze dell’ordine e alle istituzioni come trovare rimedio a questa drammatica situazione: usiamo il nostro tempo libero per questo, per renderci utili come volontari, a disposizione della città”, ha concluso Mauro Del Carlo.

(ha collaborato Milena Soci)