
I primi annunci appariranno nelle prossime settimane. Si tratterà di appartamenti di varia metratura, in molti casi di eleganti loft affacciati sulla corte interna o sulla piazzetta dedicata alle paltadore con la suggestiva ciminiera.
Come anticipato dal Carlino a marzo, il prossimo mese – giugno – sarà la cosiddetta ‘volta buona’, il momento in cui, dopo sette anni dall’ultima vendita, ripartirà la commercializzazione degli immobili (circa 70 quelli disponibili) alla Manifattura Tabacchi.
Ad occuparsene sarà un’importante agenzia immobiliare con sedi in tutta Italia (Modena compresa), i cui agenti hanno già iniziato a prendere contatto visivo con gli appartamenti che dovranno proporre alla clientela. Per alcune soluzioni sono in corso dei piccoli lavori di rifinitura, mentre per altre basterà solo trovare la persona interessata. Parliamo di case costruite tra le curve austere della vecchia fabbrica, rispettandone il disegno e le caratteristiche: soffitti alti cinque metri, finestre imponenti, travi e colonnine di ghisa. La ripartenza delle vendite è la svolta più attesa, il nuovo corso che nelle intenzioni della nuova proprietà - la Cassa Depositi e Prestiti, che due anni fa ha rilevato per 28 milioni di euro l’azionariato della Quadrifoglio spa, azzoppata da un rosso di 60 milioni – rimetterà in moto l’intero complesso.
A ciò si aggiungerà la realizzazione del nuovissimo Conad e la ristrutturazione dell’Edificio B, che ospiterà gli uffici del Tribunale e della Procura (anche in questi giorni periti e tecnici sono sul posto per tutte le valutazioni tecniche del caso). Per l’ex Manifattura si tratta di una rinascita, gradita in primis dall’amministrazione (Muzzarelli si è speso in prima persona per sostenere l’operazione Cdp), ma anche dai (pochi) residenti che già abitano all’interno dell’edificio, ‘orfani’ da anni di una vera gestione, con tutti i disagi legati al ritrovarsi dentro una sorta di cattedrale nel deserto (frequenti bivacchi nell’area, manutenzioni a singhiozzo, mancanza di interlocutori certi, ecc.). Tra fine 2019 e inizio 2020 la Cassa Depositi e Prestiti aveva avviato una prima pulizia interna ed esterna delle varie aree di pertinenza. In particolare, gli operai si erano concentrati sul degrado che imperversava (e ancora oggi in parte resiste) nell’area, tra giacimenti di refurtiva e cumuli di bottiglie, lattine e siringhe.
Vincenzo Malara