Modena, 20 settembre 2024 – Quanto accaduto in Romagna ci rimanda, ancora una volta, ai cambiamenti climatici e all’insufficienza – denunciata su più fronti – di azioni concrete, sia a livello globale che locale, per contrastare e prevenire eventi che possono condurre a situazioni di rischio per la popolazione. Anche a Modena la situazione è critica, ma non in emergenza, anche se ogni volta ci troviamo a chiudere ponti di fronte a piene sempre più frequenti.
È fondamentale “riflettere”. E l’invito che viene anche dal professor Stefano Orlandini, docente di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia a Unimore.
Professore, perché tanto frequentemente le piogge provocano allerta e disastri?
“In certi punti le precipitazioni nel 2024 sono decisamente più intense di quelle del 2023. In generale, le alluvioni si verificano quando le precipitazioni generano delle piene fluviali che non riescono a essere contenute dai corsi d’acqua. Le frequenti alluvioni, al netto dei casi che stiamo ancora studiando, indicano che i nostri sistemi fluviali non sono adeguati a ricevere le sollecitazioni meteoriche. Si può disquisire su quanto le precipitazioni siano aumentate per effetto del riscaldamento globale e su quanto il riscaldamento globale sia antropogenico.
Tuttavia, non possiamo tollerare che la capacità di smaltimento dei nostri corsi d’acqua sia superata con la frequenza che osserviamo. Dobbiamo aumentare la nostra attenzione ai corsi d’acqua e alla loro capacità di smaltire le piene fluviali”.
Quali sono le zone di Modena più esposte al rischio?
“Le zone di Modena più esposte al rischio di alluvione possono essere identificate con il dettaglio della singola proprietà attraverso i metodi propri della Ingegneria idraulica. Questo sarà presto richiesto anche per quantificare correttamente i premi assicurativi nell’interesse degli assicurati e degli assicuratori o riassicuratori. Il problema della sicurezza idraulica del territorio richiede, tuttavia, una visione ampia. Questo per ragioni tecniche perché i problemi idraulici non sono per loro natura locali, e anche per ragioni civiche perché in una società veramente coesa non si possono lasciare i danni delle alluvioni sulle spalle di coloro che li subiscono. Il problema delle alluvioni è un problema di tutti”.
Cosa occorre fare per evitarne il ripetersi?
“Occorre intervenire bene e mantenere la funzionalità degli interventi. Sono attività che costano, ma molto meno dei danni causati dalle alluvioni. Occorre valorizzare l’Ingegneria idraulica, anche all’interno delle Università. I giovani sono raramente orientati allo studio dell’Ingegneria idraulica semplicemente perché non la conoscono e non ne percepiscono l’importanza. Tuttavia, chi intraprende questi studi ne rimane affascinato.
Si dovrebbe a mio avviso operare per informare i giovani circa l’importanza dell’Ingegneria idraulica. Serve una comunità scientifica e tecnica più numerosa per risolvere i problemi idraulici delle società del futuro”.