Modena, 3 ottobre 2018 - «Nella provincia modenese non solo ‘ndrangheta ma anche Cosa Nostra con la camorra continuano ad essere presenti anche perchè si tratta di organizzazioni che muovono flussi di denaro enormi, in particolare attraverso il traffico di cocaina. Denaro che necessita di essere reinvestito e il reivestimento e questo avviene attraverso imprese o beni immobili, ma è nell’economia legale che si infiltrano le mafie». È quanto spiega procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho (video), presente al convegno, organizzato da Unimore, relativo alla riqualificazione dei beni culturali tra legalità ed efficienza della spesa.
«Ogni qualvolta si raggiungono risultati positivi con indagini e poi con l’arresto di imprenditori – dice il procuratore nazionale facendo riferimento al maxi processo Aemilia – questo rappresenta solo la punta di un iceberg. Noi dobbiamo guardare a tutte quelle imprese che utilizzano la mafia, vengono sostenute e lavorano attraverso la mafia perchè hanno una convenienza economica. La mafia, in Emilia Romagna come nel resto d’Italia, rappresenta una vera emergenza».
L’incontro, che si è svolto nell’aula Magna del dipartimento di giurisprudenza di via San Geminiano, si è aperto coi saluti del rettore Angelo Andrisano, del comandante generale dell’arma dei carabinieri generale Giovanni Nistri, del sindaco Giancarlo Muzzarelli e del direttore del dipartimento di giurisprudenza Luigi Foffani.
«I passi che stiamo facendo ci devono far correre - ha concluso Cafiero De Raho – l’azione di contrasto deve essere combinata e non sporadica ma sviluppata quotidianamente; investendo sempre nuove risorse. In Italia abbiamo circa 25 miliardi di euro di beni confiscati, un patrimonio enorme che si sta tentando di organizzare attraverso una sorta di revisione dell’agenzia che guardi anche ad un’organizzazione con tante risorse. Se non vengono mantenute in modo stabile non si riuscirà mai ad arrivare ad un risultato che ci si pone: la restituzione alla cittadinanza».