"Buon risultato, nel secondo semestre però assistiamo a un rallentamento degli ordini". Nessun dramma, ma qualche ombra sul 2023 del settore macchine per ceramica che chiude l’anno con un leggero calo (- 1,7% sul 2022) per un giro d’affari che si attesta comunque sopra quota 2,31 miliardi di euro. "Restare ampiamente sopra quota due miliardi per il terzo anno consecutivo è motivo di soddisfazione – fa presente Paolo Lamberti, presidente di Acimac (nella foto)– ma stiamo già pensando al 2024, visto che i segnali non sembrano dei migliori tra i tassi di interesse, il perdurare del conflitto in Ucraina e i grossi investimenti fatti negli ultimi anni dai nostri clienti in giro per il mondo che hanno saturato alcuni mercati". Stando alle previsioni del Mecs - centro studi Acimac il 2023 registrerà una perdita nel mondo di un miliardo di metri quadri di piastrelle prodotte. Per l’anno che arriva dunque è pronosticabile una riduzione dei fatturati per l’intero comparto. Scendendo nel dettaglio, l’export, tradizionale traino, segna 1,62 miliardi di euro di fattura in flessione del 4,1 % sul 2022, quando si erano registrati risultati eccellenti nonostante la crisi energetica e delle materie prime. Trend opposto per il mercato domestico che invece ha accumulato 687 milioni di euro ed è cresciuto del 4,6%, risultato anche del cosiddetto boom post pandemico, la concentrazione di tutti gli ordini maturati dopo l’emergenza covid. Per Lamberti comunque le nuvole potrebbero essere passeggere perché nelle tecnologie ceramiche è in corso una svolta: "Negli ultimi tre anni abbiamo visto invenzioni all’avanguardia, che tracciano di fatto una nuova strada che inevitabilmente condurrà il settore italiano a un livello ancora superiore". Un’innovazione costante che marca una distinzione rispetto al resto del mondo "e che non sarebbe possibile senza questa convergenza di eccellenze in pochi chilometri quadrati". Aggiungendo ai macchinari ceramici anche quelli per plastica (Amaplast) e imballaggio (Ucima) il fatturato supera 16 miliardi di euro, mettendo a segno un +4% rispetto all’anno scorso, un nuovo record. L’export registra 12,39 miliardi, +7,6%, mentre il mercato italiano è in flessione (3,78 miliardi, -6,3%). "Nel 2023 – spiega Il presidente di Ucima Riccardo Cavanna – ci siamo lasciati definitivamente alle spalle i problemi della componentistica e le nostre aziende hanno quindi potuto dedicarsi esclusivamente a prendere gli ordini e a consegnarli".
Gianpaolo Annese