L’ultimo saluto a Guglielmo Borelli: "Regalavi sorrisi e allegria, sapevi farti in quattro per gli altri"

La testimonianza della moglie Paola: "Hai nascosto il tuo male per sollevarci dal dolore". Gli amici di sempre: "Abbiamo condiviso tutto, ora puoi essere orgoglioso dei tuoi figli"

FUNERALE GUGLIELMO BORELLI

Il funerale di Guglielmo Borelli

Modena, 4 agosto 2024 – Centinaia di persone hanno invaso la chiesta di Sant’Agnese ieri mattina, per dare l ’ultimo saluto a Guglielmo Borelli, morto a 59 anni per un malore mercoledì notte. Avvocato, appassionato di sport, persona che dava un grande valore all’amicizia. Per questo la chiesa non è riuscita a contenere tutti quelli che hanno voluto esserci, per stare vicino alla moglie Paola e ai figli Umberto e Caterina. Amici, colleghi avvocati, magistrati, ex compagni di università. Ma anche rappresentanti del mondo sportivo, come l’ex ds del Modena, Davide Vaira, e giornalistico, due ambienti che Guglielmo aveva frequentato con passione.

Don Luigi Biagini ha celebrato la funzione, dicendo subito che non avrebbe tolto spazio agli amici che si erano prenotati per un ricordo. Ma una cosa l’ha voluta dire: "Tante volte me lo sono visto arrivare quatto quatto, in silenzio. Mi dava una busta chiusa con un’offerta, dicendo che c’è sempre qualcuno che sta peggio di noi...". La generosita. Una tratto distintivo ricorrente nelle varie testimonianze che si sono succedute, una valore ormai dato per scontato da chi lo conosceva bene.

"No, non ero preparata a una tragedia così improvvisa – ha detto la moglie Paola – e il dolore all’inizio era così forte che non trovavo nemmeno le parole per descriverlo. Poi ho incontrato tutti voi, che avete cercato di darmi conforto. Ho ascoltato i vostri ricordi, gli aneddoti che vi legavano a Guglielmo. E ho notato che quando parlavate della sua allegria e della sua generosità, sorridevate. Questo mi ha consolato. Gugliemo non ha mai parlato nemmeno a me della malattia che lo aveva colpito, probabilmente sapeva che non gli restava molto tempo. Ma ha voluto sollevare me e i nostri figli e la madre dal dolore. E’ stato un grande atto di coraggio e di amore nei nostri confronti".

Toccanti le testimonianze degli amici: "Abbiamo condiviso tutto – ha detto Cesare Coppi – la scuola elementare, le medie, il primo giorno di scuola superiore, quando eccitati dall’idea di andare per la prima volta in una classe mista, passammo da casa a profumarci prima di entrare in classe. Poi l’università, le vacanze insieme, i nostri matrimoni e i nostri figli, che continuano ad essere amici come lo eravamo noi, una cosa che mi rende orgoglioso". "Anch’io ricordo i pranzi a casa tua e le partite di briscola con i tuoi genitori – ha detto Giuseppe Amorotti – Per aiutare un amico smuovevi mari e monti, non posso dimenticarlo. E oggi vorrei dirti che puoi essere orgoglioso dei tuoi figli e di come si stanno comportando"

L’avvocato Roberto Mariani, portando i saluti del consiglio dell’ordine, ha anche dato un suggerimento: "Fu sua l’idea di creare l’organismo di mediazione forense, una battaglia che ha voluto condurre e alla fine ha vinto. Un organismo che si dovrebbe intitolare a lui".

Perché ieri la chiesa era gremita? Lo ha spiegato chi lo conosceva. Perché siamo tutti debitori di chi ci regala un sorriso e che sa farsi in quattro per aiutare un amico.

Roberto Grimaldi