EMANUELA ZANASI
Cronaca

Lotta alla camorra. Ufficio confiscato restituito ai cittadini: "Simbolo per la Sacca"

Lo spazio di via Anderlini era una base per affari legati al clan dei casalesi. Percorso partecipato per il progetto: diventerà un luogo di aggregazione.

Quasi 70 metri quadrati (68, per l’esattezza), un ufficio al primo piano di un centro commerciale di quartiere. Uno spazio anonimo, come tanti, che ora però ha acquistato un forte valore simbolico; si tratta infatti del primo bene confiscato alla criminalità organizzata nel comune di Modena e che ora torna nelle mani delle città.

Ieri il sindaco Massimo Mezzetti e l’assessore alla legalità Vittorio Ferraresi hanno presentato alla stampa questo spazio.

Siamo in via Anderlini, quartiere Sacca. Un’indagine di circa 15 anni fa. La proprietà era riconducibile a una persona condannata per estorsione come contabile di una gang legata al clan dei Casalesi e per la quale è scattata una condanna a 11 anni di reclusione.

Parliamo di reati pesanti; estorsione con violenza o minaccia mediante l’uso di armi e del metodo mafioso, intimidazioni continue a due soci di un night club, estorsioni al titolare di un’impresa costretto a versare denaro in assegni; una storia oscura su cui oggi si accende un faro nel nome della legalità. Lo scorso anno, infatti, l’ufficio è stato trasferito al Comune di Modena dopo essere stato confiscato alla criminalità organizzata e ora sarà oggetto di un percorso partecipativo insieme ai cittadini. Il progetto prevede dunque non solo la ristrutturazione dell’immobile ma soprattutto la condivisione con la cittadinanza per decidere quale deve essere la nuova vita dell’immobile. "Questo spazio è passato dal sequestro alla confisca definitiva – ha spiegato l’assessore Ferraresi – e secondo le procedure del codice antimafia ha ricevuto l’interesse da parte dell’Amministrazione di Modena che tramite l’Agenzia Nazionale dei beni confiscati ha avviato questo procedimento per restituirlo alla città".

Il costo complessivo del progetto è di 155 mila euro, di cui 122 mila euro finanziato dalla Regione Emilia Romagna.

"Il messaggio è che le istituzioni sono in prima linea per l’affermazione della legalità e per la lotta alle organizzazioni criminali è mafiose – ha detto il sindaco Mezzetti – in questo caso la persona era legata al clan dei Casalesi ma sappiamo che la nostra è una terra con una forte presenza ’ndranghetista.

Entrano nel nostro tessuto economico distruggendo quello sano. Ecco perché – ha concluso – l’attività di contrasto delle istituzioni è fondamentale, anche con piccoli passaggi come questo, perché quando si confiscano beni e si restituiscono alla città per attività di carattere sociale è importante". Il progetto coinvolgerà i cittadini con un questionario online ’Sacca partecipa’ che sarà presentato il prossimo 5 aprile e sarà seguito da un laboratorio di progettazione il 12 aprile.

Lo spazio può essere adibito a finalità di carattere sociale, istituzionale e culturale, un passo importante in un quartiere, la Sacca, in profonda trasformazione. "Per il nostro quartiere vuol dire tantissimo – le parole di Giovanni Gobbi, presidente del quartiere 2 – personalmente in questo spazio ci vedo un punto di incontro comunitario, uno spazio per le attività dei residenti che qui possono trovare un punto di riferimento".