"Chiedo e trovo gente che non ha mai letto la saga di Bramard e Arcadipane. Oh ma vogliamo scherzare? Quei due sono la risposta del Nord al commissario Montalbano! Sono l’invenzione del poliziesco piemontardo!". Questo ha scritto Alessandro Baricco nella quarta di copertina di uno dei romanzi di Davide Longo, autore piemontese che, sempre secondo Baricco, nel suo cocktail letterario, contiene due parti di Fenoglio, due di Simenon, una di Paolo Conte e cinque di Davide Longo.
I due protagonisti, che rispolverano con tratti del tutto peculiari, le grandi coppie della storia gialla (Sherlock Holmes e Watson, Nero Wolfe e Archie Goodwin) sono due poliziotti lontani dagli stereotipi che indagano tra le nebbie e i colori autunnali della provincia piemontese. Uno, Vincenzo Arcadipane è un tipo strampalato dalla battuta folgorante, preciso nel suo lavoro come non si direbbe, visto l’aspetto trasandato. L’altro, il suo capo e maestro commissario Corso Bramard, è un uomo sfregiato dalla sorte (un assassino gli ha ucciso moglie e figlia) che galleggia in uno stato di dolore e depressione ma che, grazie allo straordinario intuito, vede sempre più in là degli altri. I suoi sistemi irrituali e suo carattere spigoloso non piacciono ai vertici della polizia con cui i rapporti sono tesi fino alla rottura che dirotterà Bramard altrove (mantenendo comunque uno stretto rapporto con l’allievo, avido dei suoi consigli).
L’ultimo romanzo della serie, da poco uscito (’Requiem di provincia’, Einaudi pagine 496) ambientato nel 1987, ideale per l’approccio alla saga, in realtà è un salto indietro nel tempo, un prequel come di dice nel cinema, e racconta di un dirigente di un grande gruppo industriale piemontese (non è difficile immaginare quale sia stato il modello di riferimento) che giace in coma con un proiettile in testa. L’indagine porterà i nostri eroi a scoperchiare le trame sordide che si nascondano dietro a quella che sembra una placida provincia. Come sempre e, a mio avviso, qui più che mai, ciò che svetta è lo stile di Longo, unico e inimitabile, intriso di ironia e umorismo e capace di stupire con impennate drammatiche degne di un grande scrittore.
Claudio Gavioli