Modena, 15 gennaio 2022 - Stamattina nella sede dell’Ordine dei medici di Modena si parlerà di vaccinazioni anti-Covid-19 nei bambini, rischio di infezione e long covid davanti a una platea di medici e pediatri di libera scelta. Relatore d’eccezione, la professoressa Susanna Esposito, Ordinario di Pediatria all’università di Parma e direttore della clinica pediatrica dell’ospedale Barilla, nonché presidente dell’associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici. Nell’occasione, sarà presentato il documento italiano di consenso sul long covid cui hanno collaborato professionisti dell’Ausl di Modena e pediatri del territorio e l’esito della ricerca sull’esitazione vaccinale dei genitori curata dall’Ausl e relativa alla fascia 12- 18 e 5-11 anni.
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Professoressa Esposito, il vaccino per i bambini è sicuro? Conviene aspettare un preparato più 'aggiornato'?
"Il vaccino a mRna ha un’ottima efficacia e funziona bene anche contro la variante Omicron proteggendo dalla malattia grave. Lo dimostra il fatto che non ci sono bambini vaccinati e ricoverati per il Covid. Il vaccino è, inoltre, sicuro e lo documentano i recenti dati che arrivano dagli Stati Uniti".
Ce li può illustrare?
"Su 8,7 milioni di dosi somministrate in Usa tra il 29 ottobre e il 31 dicembre a bambini tra i 5 e gli 11 anni le reazioni avverse si sono osservate con una frequenza dello 0,5%. Di queste, quelle gravi, cioè che hanno richiesto l’accesso in ospedale (per febbre o vomito), si sono verificate nello 0,001% delle dosi somministrate. Non si sono osservati decessi associati alla somministrazione del vaccino. Dei bambini vaccinati, 15 hanno presentato una miocardite, dei quali 11 riconducibile al vaccino, ovvero lo 0,0001%, e in tutti i casi sono guariti senza esiti. La tollerabilità della vaccinazione è, quindi, ottima".
Il vaccino anti- Covid ha più rischi rispetto agli altri a cui sottoponiamo i bambini da anni?
"I dati ci dicono che ha una tollerabilità equivalente e anche l’efficacia è molto buona. Se lo paragoniamo alla vaccinazione antinfluenzale, quest’ultima presenta effetti indesiderati più frequenti e una minore efficacia".
Il Covid colpisce gravemente solo i bambini fragili?
"E’ vero che chi ha malattie croniche importanti è più a rischio di forme complicate, ma abbiamo visto conseguenze gravi, come ad esempio l’interessamento cardiaco, anche in bambini sani".
Lei coordinerà uno studio nazionale sul long covid, di cosa si tratta?
"Inizieremo a breve uno studio, nel quale verrà coinvolta anche Modena, dedicato all’età pediatrica e che sarà inserito in uno studio internazionale coordinato dall’università di Oxford. Si tratta di una ricerca articolata, prenderemo in considerazione anche l’impatto delle varianti e dei vaccini. Stiamo anche lavorando su un ulteriore documento di consenso, dedicato ai pediatri, per definire un approccio condiviso sulla gestione del long covid".
Di cosa si tratta?
"E’ molto importante che i pediatri visitino i bambini che sono risultati positivi al Covid, anche se asintomatici, a distanza di un mese e di tre mesi dalla diagnosi. E’ fondamentale, quindi, la conoscenza della definizione del long covid, condividere di effettuare in modo omogeneo a livello nazionale le visite a queste scadenze, sapere come monitorare le condizioni di salute tra la quarta e la dodicesima settimana dalla positività ed essere a conoscenza di come gestire bambini e ragazzi con sintomi persistenti".
Quando si parla di long covid e quali sono i sintomi?
"Si parla di long covid quando, dopo la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2, il bambino manifesta sintomi per più di tre mesi. Questi sintomi sono soprattutto cefalea, affaticamento, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno. Possono comparire anche dolori articolari e muscolari, diarrea, mal di stomaco, palpitazioni, dolore toracico persistente".
Sono molti i casi di long covid?
"Se questi sintomi durano per più di tre mesi vengono classificati come long covid. Sebbene la reale prevalenza del long Covid in pediatria non sia esattamente determinata e lo faremo con il nostro nuovo studio, sembra interessare almeno il 5% dei bambini che hanno avuto l’infezione, compresi gli asintomatici. La gran parte dei problemi riguarda la sfera psicologica, paura e ansia possono causare affaticamento, cefalea, disturbi di concentrazione o del sonno per i quali potrebbe essere necessario rivolgersi alla Neuropsichiatria".
Alcuni sono sintomi banali, i genitori possono allarmarsi.
"Per questo le visite del pediatra a queste scadenze sono fondamentali. E’ importante che tutti i pediatri si uniformino e che le raccomandazioni diventino un vero protocollo da seguire, anche nei suggerimenti da dare ai genitori".
Esitazione vaccinale. Chi sono i genitori più titubanti?
"Per le vaccinazioni dei ragazzi di 12-18 anni l’identikit del genitore timoroso è risultato essere quello di persone giovani, spesso non laureate e con una paura generalizzata di tutte le vaccinazioni, più spesso di genere femminile".
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