Modena, 6 settembre 2023 – "Non c’ero neppure quella notte quindi non posso essere ritenuto responsabile di un eventuale ritardo nei soccorsi. Ero a Modena, nell’altro locale che gestisco". Sono state queste le parole di Mauro Di Gaetano, il 41enne titolare del Big Town di Ferrara dove il primo settembre scorso è stato accoltellato a morte Davide Buzzi, 42 anni e ferito al ventre un 21enne che era con lui, Lorenzo Piccinini, ancora ricoverato all’ospedale di Cona in prognosi riservata.
Di Gaetano è stato arrestato insieme al padre Giuseppe con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio in concorso. Secondo la vittima, infatti, proprio il 41enne titolare del Big Town, la notte dello scorso 13 agosto non chiamò celermente i soccorsi mentre il figliastro, il 19enne Edoardo Bovini veniva stroncato da un malore fatale all’esterno del locale. Buzzi, patrigno del giovane, aveva sin da subito addossato una parte della colpa dell’accaduto al gestore del locale ma è emerso come, effettivamente, Di Gaetano la notte in cui il 19enne morì si trovava a Modena, in centro storico, all’interno del locale che gestisce, una Chupiteria. Dunque non poteva essere ‘colpevole’ della morte del ragazzo, non essendo di fatto a Ferrara, come hanno dimostrato le indagini.

Ma come si è arrivati al terribile omicidio? L’orrore del Big Town è racchiuso nei fotogrammi di un video ripreso dalle telecamere di sorveglianza del locale e già agli atti dell’inchiesta per l’omicidio del 43enne Buzzi, tatuatore e del tentato omicidio del 21enne. Secondo la vittima, appunto, il titolare del locale arrestato aveva tardato nell’allertare i soccorsi la notte il cui il 19enne morì. Per questo erano scattate le minacce nei confronti del gestore. Lunedì scorso Di Gaetano aveva infatti depositato una denuncia per estorsione, nella quale riferiva di aver ricevuto da Buzzi un ultimatum (chiudere il bar entro il 25 settembre) e una richiesta di denaro (tremila euro), altrimenti avrebbe incendiato il locale. Venerdì sera la tragedia: alle 23 Buzzi si era presentato insieme a Piccinini; tra le mani una tanica di benzina. Le vittime erano entrate nel locale, rovesciando tavoli e sedie. I baristi avevano reagito all’aggressione colpendo il 43enne e il 21enne con bottiglia, coltello e chiave inglese. Buzzi è morto poco dopo l’arrivo in ospedale mentre Piccinini è tuttora ricoverato in gravi condizioni. Padre e figlio, subito dopo l’aggressione mortale erano stati sottoposti a fermo e accompagnati in carcere. Le immagini mostrerebbero chiaramente come le vittime si siano presentate al locale con una tanica di benzina per poi aggredire per primi il gestore del locale e il figlio, lanciando loro contro sedie e tavolini. Giuseppe e Mauro Di Gaetano avrebbero però reagito all’assalto superando – secondo gli inquirenti – la ‘soglia’ della legittima difesa. Da qui l’accusa di omicidio volontario in concorso e tentato omicidio in concorso. Un delitto che sarebbe scaturito, però, da un’accusa priva di fondamento. Colui che avrebbe secondo la vittima causato la morte del figliastro non aveva nulla a che vedere con quella vicenda. Oggi, però, Di Gaetano si trova in carcere con l’accusa di omicidio.