di Valentina Reggiani
Il marito della vittima, Nicholas Negrini ed il collega di lavoro Marco Cuccui, con cui la donna trascorse l’ultima serata prima di essere uccisa nulla hanno a che fare con l’atroce delitto. È questa la convinzione della procura che ha formalizzato ieri la richiesta di archiviazione nei confronti dei due dei tre indagati per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri, uccisa nella notte tra il 17 e il 18 novembre nelle campagne di Concordia.
La procura fa sapere come l’iscrizione nel registro degli indagati di Negrini e di Cuccui fosse fondamentale ‘all’esordio’ delle indagini, al fine di garantire il diritto di difesa durante lo svolgimento di atti anche potenzialmente di natura irripetibile. Quella sera la vittima – come ricorda la procura – disse al marito di essere attesa ad una cena con alcune colleghe ma, in realtà, incontrò Cuccui nel noto Smart Cafè di Concordia, dove rimase con il giovane fino a tarda notte. Ad oggi, però, secondo la procura, dopo immediate, ininterrotte, complesse, e doverosamente riservate indagini, condotte dalla procura e dal nucleo investigativo dei carabinieri, gli unici e gravi indizi di colpevolezza ‘raccolti’ si concentrato tutti attorno ad una sola persona: il terzo indagato, ovvero il tunisino Mohamed Gaaloul. Il giovane straniero, lo ricordiamo, catturato in Francia lo scorso dicembre dove, secondo gli inquirenti era fuggito, è in carcere con le accuse di omicidio volontario ed occultamentodistruzione di cadavere. Il provvedimento cautelare è stato confermato dai giudici del tribunale del Riesame di Bologna. "A carico dell’indagato di nazionalità tunisina – afferma in una nota il procuratore capo Luca Masini –, si sono successivamente aggiunte le concordanti e plurime risultanze degli incidenti probatori richiesti da questa Procura, alcuni dei quali in fase di definizione, ma con relazioni già depositata ed estese alle parti dai periti nominati dal Gip, che, secondo le valutazioni di questo requirente, da un lato hanno rafforzato il quadro indiziario a carico del tunisino e, dall’altro, hanno confermano l’assoluta estraneità all’omicidio ed alla distruzione del cadavere sia di Negrini che del collega della vittima, Cuccui. Da qui la richiesta di archiviazione della posizione dei due indagati, ritenuti dalla procura assolutamente estranei ai fatti. Il marito di Alice, Nicholas, la mattina del 18 novembre cercò in ogni modo di mettersi in contatto con la moglie, temendo che potesse essere rimasta vittima di un incidente.
Il giovane si accorse che Alice non era tornata a casa e subito contattò amici e parenti per riuscire a trovarla. Cuccui, invece, trascorse con lei la serata, dalle 20 alle 3 di quel tremendo 18 novembre, per poi salutarla nel parcheggio dello Smart Cafè. Agli inquirenti spiegò poi di essere partito con la propria auto, per tornare a casa ma di aver notato che la collega era ancora ferma nell’area di sosta, a bordo della propria auto. Pochi minuti dopo, infatti, Alice incontrò il principale sospettato, Gaaloul. La terribile certezza, oggi, è che il corpo della giovane mamma fu trovato soltanto la sera successiva nel baule della sua Ford, data alle fiamme ore prima.
Il quattro luglio i periti saranno ‘chiamati’ in aula per relazionare circa i numerosi accertamenti svolti sui reperti sequestrati. Si farà così chiarezza sul Dna trovato sulla tanica di olio esausto che verosimilmente sarebbe stata utilizzata per accelerare il rogo ma anche su quello trovato sulle spalline del reggiseno della vittima.