I tesori non sono solamente cesellati nell’oro o costellati di pietre preziose, ma possono fiorire su carte pregiate, con tocchi di acquerello o di china, o magari con una stampa curata lettera per lettera, come in tempi antichi. I libri d’artista che la professoressa Maria Gioia Tavoni (docente universitaria bolognese e storica del libro) ha raccolto nell’arco degli ultimi anni sono piccoli capolavori di creatività e anche di alto artigianato, "un grisbì di carta", come lei stessa li ha definiti: la sua collezione di oltre 700 esemplari contemporanei di pregio, dalle edizioni tipografiche frutto di maestri del torchio fino alle microedizioni in tirature minime, è stata acquisita di recente dalla Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti, grazie a un contributo di 50mila euro della Regione. Sono "Mirabilia da sfogliare", come è il titolo della mostra – curata dal professor Paolo Tinti, storico del libro e docente all’Università di Bologna – che sarà inaugurata sabato alle 17.30 nelle sale della Poletti, a Palazzo dei Musei, dove si potrà visitare fino al 29 marzo. "Questa acquisizione va ad arricchire il fondo speciale di libri d’artista che si è costituito alla ‘Poletti’ dalla fine degli anni ‘90", spiega Debora Dameri, direttrice del Servizio biblioteche. "E offre un’ulteriore prospettiva alla biblioteca, anche in vista del futuro ampliamento degli spazi", aggiunge l’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi.
Fin da piccola Maria Gioia Tavoni ha ‘respirato’ arte: suo padre Efrem era il gallerista di Giorgio Morandi a Sasso Marconi. Dal 1973 ha diretto la Biblioteca Manfrediana di Faenza, poi è divenuta docente all’Università di Pisa, quindi a Bologna. "La sua raccolta di libri d’artista si è venuta formando a partire dal 2012 – sottolinea il professor Tinti –. Nell’arco di otto anni, Maria Gioia Tavoni ha riunito centinaia di edizioni pregiate: in questi libri si materializza la sua idea di bellezza". La mostra ce ne propone cento esemplari in varie sezioni tematiche: vediamo, per esempio, le raffinate composizioni dei Tallone di Alpignano (Torino), principi della tipografia manuale, o le raffinate ‘plaquette’ di Vanni Scheiwiller e Franco Riva, gli esperimenti editoriali di Bruno Munari, e i volumi con tavole di Emilio Vedova, Mimmo Paladino, Giulia Napoleone, Graziella De Gioz. I libri acquisiti sono stati tutti schedati e catalogati da un team di studiosi e bibliotecari, anche per il catalogo che sarà edito da Pendragon.
Un libro d’artista non è il ‘classico’ volume. Spesso, a partire da un testo classico (oppure da un inedito), l’artista si lascia ispirare e crea un pezzo unico, con interventi diretti. Poeti e artisti lavorano poi in sinergia con gli artieri del libro, i grandi maestri del legno, della lastra e del bulino, per far nascere edizioni uniche in mille forme, grandi formati, carte sciolte, leporelli. In mostra anche le opere realizzate da apprezzati stampatori modenesi come Roberto Gatti, o Gina Paolini e Silvano Babini di Officina Typo. Si resta davvero incantati davanti a tanta minuzia di dettagli, di figure, di caratteri e di colori, gioielli di carta da ammirare, da sfogliare e da ‘sentire’ sotto le dita. Viene immediato pensare ai nostri tempi in cui invece il libro si smaterializza nei pixel di un tablet: "Il mondo può anche essere delle macchine, ma ancora si pensa ‘a mano’ e il calore che ci arriva da questi oggetti non è riproducibile da un computer – osserva Paolo Tinti –. Le macchine possono restituirci le notizie, ma di certo non l’emozione".