Legge sul salario minimo "Mondo agricolo, pulizie e ristorazione Qui le paghe peggiori"

I sindacati commentano la proposta in discussione a Roma: sul territorio verrebbero coinvolte diverse migliaia di lavoratori . Cgil: "Sotto i 9 euro questione di dignità". Cisl: "Misura rischiosa". .

Legge sul salario minimo  "Mondo agricolo,  pulizie e ristorazione  Qui le paghe peggiori"

Legge sul salario minimo "Mondo agricolo, pulizie e ristorazione Qui le paghe peggiori"

La questione del salario orario minimo lordo introdotto per legge, come nella proposta del centrosinistra allargato, soprattutto da parte Pd e M5s, continua ad essere motivo di forte controversia non solo tra le forze politiche, ma anche all’interno dello stesso sindacato. In Italia – calcolano i sindacati – il problema tocca da vicino 3,5 milioni di lavoratori. A Modena possiamo parlare di diverse migliaia collocati sotto questa soglia, un numero comunque considerevole che sfugge ad un calcolo preciso. "Noi – dice Fernando Siena, della segreteria provinciale Cgil, con delega alla contrattazione – siamo favorevoli alla introduzione di un salario minimo. Questo però continuiamo a dire che non è sufficiente, perché insieme al salario minimo abbiamo bisogno di una legge sulla rappresentanza, che limiti i contratti ’pirata’, i quali di fatto determinano un ’dumping’ contrattuale. Non è, infatti, infrequente che questi contratti diventino un deterrente agli aumenti salariali. Dall’altra parte insieme ad una legge sulla rappresentanza sosteniamo la necessità di una legge sull’’erga omnes’ dei contratti collettivi nazionali firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative sul territorio". Che 9 euro siano una retribuzione che consenta di vivere dignitosamente lascia dubbi anche nel sindacato. "Alla paga oraria lorda – ricorda Stefania Notariale, segretaria Flai Cgil – va detratto un 33% di contributi e Ipef e non restano al lavoratore che 6 euro netti". "Il fenomeno del salario inferiore ai 9 euro – spiega Siena – è concentrato soprattutto su un pezzo dei servizi, quel pezzo dove si ha più difficoltà a organizzare lavoratrici e lavoratori. Parliamo del mondo delle pulizie, della ristorazione, del commercio che sono realtà disgregate rispetto alla fabbrica, ma parliamo anche del multiservizio, che nasce 15 o 20 anni fa e degli avventizi del mondo agricolo. È chiaro che il salario orario minimo non è la panacea di tutti i mali, nel senso che il problema salariale esiste sia per le persone che sono sotto i 9 euro sia per quelle sopra. Diciamo che sotto i 9 euro si pone anche una questione di dignità".

Non tutto l’ambiente sindacale plaude, però, alla proposta. Rosamaria Papaleo, segretaria Cisl Emilia centrale, spiega: "Un salario minimo serve, perché è vero che certe persone pur lavorando sono sotto la soglia di povertà, ma crediamo che non ne basti uno. Pensiamo piuttosto che la retribuzione minima vada collegata ai vari contratti leader, quelli più diffusi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative". La Cisl, dice, è "in linea con la normativa europea che dice che nei Paesi in cui la contrattazione collettiva è molto sviluppata bisogna rafforzare quella e non adottare per legge un salario minimo". Tornando al punto, Papaleo è ferma nella sua convinzione: "Siamo contrari ai 9 euro lordi di salario minimo fissato per legge per vari motivi. Innanzitutto significherebbe comprimere la contrattazione. Certi contratti oggi sono bassi perché non vengono rinnovati da anni, penso ad esempio alla sanità privata che non si aggiorna da 13 anni: bisogna prima di tutto rinnovare i contratti sia pubblici che privati e poi ridurre la pressione fiscale, azzerando i prelievi su straordinari, notti e welfare. Le tredicesime andrebbero detassate già dalla prossima legge di bilancio, sia per i lavoratori che per i pensionati. Un altro rischio è l’effetto ‘boomerang’, per cui tante aziende con cui abbiamo collaborato e sottoscritto contratti nazionali e singoli per ulteriori forme di distribuzione della ricchezza escano dalle contrattazioni: un datore di lavoro che oggi paga bene potrebbe abbandonare le contrattazioni e pagare meno, visto che la legge fissa una cifra più bassa. O ancora, certi datori pur di non pagare quei soldi potrebbero incentivare il lavoro in nero".

Alberto Greco