VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Legari scomparso, la svolta. Un 38enne in carcere per omicidio volontario: qual è il movente

Gravi indizi contro il proprietario di una villetta in ristrutturazione a Lesignana. Doveva consegnare una grossa somma all’imprenditore sparito da luglio 2023

Modena, 15 gennaio 2025 – Le sue tracce si erano perse quel 13 luglio del 2023, quando si recò a lavorare in un cantiere a Lesignana per poi non fare più ritorno a casa. Ora, ad un anno e mezzo di distanza è arrivata la svolta nel misterioso caso di Salvatore Legari, 54 anni: in carcere, infatti, accusato dell’omicidio dell’imprenditore è finito proprio colui che gli commissionò il lavoro e che avrebbe dovuto poi ‘liquidargli’ 16mila euro. Parliamo dell’unico – ad oggi – formalmente sotto accusa, iscritto inizialmente nel registro degli indagati per il sequestro di Legari, ovvero Alex Oliva, 38enne sassolese, residente a Quattro Ville, Lesignana.

Ricerche dell'imprenditore Salvatore Legari (nel riquadro) scomparso
Ricerche dell'imprenditore edile Salvatore Legari (nel riquadro) scomparso

L’uomo, all’alba di ieri è stato ammanettato su delega della procura dai carabinieri del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo e della Compagnia di Modena, che hanno dato esecuzione alla ordinanza cautelare in carcere emessa dal Gip. Le accuse nei confronti di Oliva sono quelle di omicidio volontario e occultamento del cadavere dell’imprenditore edile, ma i resti non sono stati trovati. Come noto Legari si recò quella mattina di luglio nel cantiere di Lesignana, dove l’indagato gli aveva commissionato lavori di ristrutturazione edile e quel pomeriggio, al termine dell’attività, il 54enne non aveva più dato notizie di sè, non rispondendo al telefono che, il giorno dopo, aveva cessato di funzionare. Anche il figlio, residente nel Reggiano, dove Legari aveva vissuto per un periodo, aveva cercato inutilmente di contattarlo e, come lui, la compagna dell’imprenditore. Qualche giorno dopo, il 22 luglio il furgone di Legari fu trovato a Sassuolo, con tanto di indumenti ed effetti personali – tra cui le carte di credito del 54enne – all’interno.

A portare al provvedimento cautelare nei confronti di Oliva – emesso all’esito di un’articolata, complessa e prolungata attività d’indagine – numerosi indizi, secondo la procura, a carico del 38enne sassolese.

Infatti i filmati delle telecamere di videosorveglianza pubblica e privata e l’analisi del tabulato di traffico dell’utenza in uso alla vittima fino al suo spegnimento, hanno permesso di ricostruire – con coincidenza di orari e località di percorso – il tragitto fatto dal furgone di Legari dal cantiere di Lesignana, dove si trovava in compagnia dell’indagato, al luogo di abbandono del veicolo a Sassuolo, nei momenti in cui la vittima era già stata probabilmente uccisa, consentendo di acquisire decisivi indizi a sostegno del fatto che alla guida del furgone di Legari ci fosse proprio l’indagato.

Ma non è tutto perché – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – il sassolese avrebbe indossato apposta una maglietta della vittima per simulare che ci fosse Legari alla guida del furgone quel pomeriggio ma la ‘sagoma’ analizzata da un esperto perito ha rivelato come la stessa fosse compatibile con quella del presunto assassino. Il movente, secondo la procura – ma ciò si era ipotizzato da subito – sarebbe da ricercarsi proprio in ‘questioni economiche’. Infatti Legari si recò nel cantiere la mattina e poi, per finire i lavori, nel pomeriggio e avrebbe dovuto incontrare l’indagato, proprietario del terreno, per farsi consegnare 16mila euro in contanti. Già all’esordio dell’inchiesta gli inquirenti riscontrarono però contraddizioni e descrizioni imprecise circa le presenze sul cantiere quel pomeriggio sia da parte dell’indagato che dei familiari di quest’ultimo. L’indagato tentò anche di sviare le indagini facendo sostituire l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza della casa-cantiere. Ora è in attesa di interrogatorio dove dovrà chiarire i punti oscuri.