Modena, 19 dicembre 2023 – Sono trascorsi oltre cinque mesi dalla misteriosa scomparsa dell’imprenditore edile Salvatore Legari ma la speranza non si è mai spenta: ieri sono riprese le ricerche. Infatti gli inquirenti, a partire dalla mattina hanno setacciato due aree ben distinte tra Sassuolo e Lesignana, strada Villanova: le stesse in cui il cellulare dell’imprenditore è stato agganciato dalle celle tra il 13 e il 14 luglio scorso. Come noto, per la scomparsa del 54enne è stato iscritto sul registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di sequestro di persona, un 37enne di Sassuolo: colui che quel giorno avrebbe dovuto consegnare parecchio denaro all’imprenditore per i lavori che Legari aveva effettuato nella sua proprietà di Lesignana.
Ma c’è una seconda ipotesi di reato nel fascicolo della procura: estorsione ai danni di Legari commessa però da ignoti. Il secondo ipotetico indagato, quindi, risulta ad oggi da identificare ma l’ipotesi degli inquirenti, è che colui che potrebbe aver fatto ‘sparire’ l’imprenditore non abbia agito da solo. Ma questo è solo un primo aspetto.
La figura dell’odierno indagato, ovvero il sassolese, ha assunto interesse per gli inquirenti non solo perchè il 37enne è stato l’ultimo a vedere Legari quel 13 luglio, giorno della scomparsa, ma anche pare per una serie di incongruenze emerse dalle dichiarazioni rese ai carabinieri dall’uomo.
Tra queste, le dichiarazioni legate all’hard disk dell’impianto di video sorveglianza della proprietà di Lesignana,che potrebbe aver ripreso qualcosa quel giorno. Infatti, dagli accertamenti tecnici chiesti dalla procura l’hard disk in questione risulta essere stato sostituito mentre l’indagato avrebbe sostenuto che l’impianto, ancora, non risultava funzionante.
Poi, ovviamente, ci sono i ‘telefoni’: le celle hanno agganciato l’utenza dell’imprenditore in Strada Villanova, nei pressi appunto del cantiere di Lesignana, fino alle 19.31 per poi spostarsi ‘sotto’ la cella di via Muraglie, incrocio via Palestro, a Sassuolo dove sarebbe stata ‘captata’ dalle 20.33 alle 10.04 del 14 luglio, ovvero il giorno successivo alla scomparsa. Parliamo dei luoghi dove ieri si sono concentrate le ricerche e gli scavi che, purtroppo, non hanno condotto ad alcun esito. Una ‘svolta’ arriva poi dal ritrovamento, il successivo 22 luglio, del furgone dell’imprenditore: è un cittadino a segnalarlo dal momento che il mezzo, da giorni, ostruiva l’accesso al proprio condominio di via Milano, a Sassuolo. A quel punto il furgone viene sequestrato e, nei giorni scorsi, sono stati effettuati accertamenti tecnici irripetibili sugli effetti personali di Legari: le cuffiette bluetooth, una penna da muratore e una agenda rossa.
L’indagato, sentito dagli inquirenti, ha affermato di aver affidato l’incarico dei lavori nella villa di Lesignana appunto all’azienda edile di Salvatore, confermando di averlo incontrato sul cantiere quel giorno e di avergli consegnato 16mila euro in contanti, per poi salutarlo intorno alle 17.15. "Dovevo andare ad effettuare un intervento per una caldaia" ha spiegato l’indagato ai carabinieri.
Le persone ‘informate sui fatti’, sentite in quei giorni dagli inquirenti, in particolare quelle vicine a Legari, hanno confermato come l’imprenditore fosse molto preoccupato per questioni legate ai debiti. "Siamo a un punto in cui inizieranno con le minacce" aveva accennato a familiari asserendo di trovarsi in difficoltà economiche ma senza specificare l’identità dell’autore di quelle pesanti minacce.