‘Robespierre’ è un cognome che subito spaventa quanto una ghigliottina. Ed infatti il ‘terrore’ è uno degli ingredienti fondamentali de ‘Le sorelle Robespierre’, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Fullin e in scena domani sera alle 21 all’Auditorium Enzo Ferrari di Maranello. Con questo spettacolo di prosa prosegue la stagione teatrale curata da Ater Fondazione in collaborazione con l’amministrazione comunale.
Maximilian-Francois-Marie-Isidore de Robespierre aveva molti nomi, un fratello e anche due sorelle, di cui una sarà scrittrice. Malgrado questa verità storica lo spettacolo scritto da Alessandro Fullin (che sarà sul palco con anche Simone Faraon) non racconta la loro storia. "Il nome Robespierre – spiega Fullin - è usato semplicemente per la sua capacità evocativa".
Siamo negli anni della Rivoluzione francese: in una cupa prigione femminile di Trieste (città dove è nato Fullin), mentre la Cittadina Champignon legge la lista delle prossime condannate, una madre e due figlie (di cui una di ‘cartapesta’) si fanno coraggio, da nobildonne rimpiangono la loro spensierata vita, sperano nell’arrivo della Grazia ma soprattutto si fanno a pezzi con rivelazioni crudeli e sconvolgenti.
L’Ancien Régime è al suo tragico epilogo ma le nostre eroine non hanno tempo per preoccuparsi del Terzo Stato in ascesa. Sono i loro amori infelici quelli che, prima della lama del boia, hanno già fatto loro ‘perdere la testa’. Un esilarante viaggio nel tempo con un racconto en travesti del ‘periodo del Terrore’, che diventa sfondo e ambientazione di un dialogo ironico e irriverente tra le due nobildonne, madre e figlia: "La vera crudeltà – aggiunge il regista – è quella quotidiana, delle lingue che tagliano come lame. In questo caso al centro c’è una grande storia d’amore una delle figlie (quella bella…) e un uomo. Quindi un tema di cui io non so assolutamente niente, è una commedia di pura fantascienza per me (ride, ndr)".
"Le due donne – continua Fullin – aspettano la fine in carcere, e poi si ritroveranno in Paradiso dove si racconteranno come è andata reciprocamente senza però mai smettere di beccarsi esattamente come quando erano in vita. Talvolta il pubblico (prima di venire a vedere la rappresentazione, s’intende) si chiede se lo spettacolo farà ridere: Robespierre, il ‘terrore’, la Rivoluzione francese, la ghigliottina. Beh – conclude il regista de ’Le sorelle Robespierre’, domani all’Auditorium di Maranello – vi posso assicurare che si ride tantissimo. Gli spettatori apprezzano moltissimo e ci sono pure dei costumi straordinari".