Hanno fatto ritorno alla loro cripta sotto il castello di Roccapelago i reperti dei 130 corpi in parte mummificati, dal XVI al XVIII secolo, dopo le analisi e gli studi effettuati a Ravenna presso i laboratori del corso di Laurea di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. Questi reperti facevano parte dell’importante singolare ritrovamento archeologico avvenuto tra il dicembre 2010 e il marzo 2011 nel corso dei lavori di ristrutturazione della Chiesa di Roccapelago dove gli archeologi trovarono una fossa comune con 281 inumati tra adulti, anziani, infanti e settimini, di cui circa 60 perfettamente mummificati. Alcuni sono rimasti nella cripta, visibili al pubblico, nell’apposito Museo delle Mummie di Roccapelago. 130 corpi in questi anni sono stati invece studiati, come detto, a Ravenna nei laboratori del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia, dove è stato utilizzato per lo studio delle mummie l’Anatomage table’, il sistema più avanzato di dissezione virtuale, presso la Tac della Radiologia dell’ospedale di Forlì. Ed ora, terminato gli studi e completata la relativa Banca Dati (da confrontare con eventuali altri ritrovamenti Italia ed all’estero) i corpi hanno fatto ritorno al paese d’origine, dove è stata celebrata una apposita Messa prima della ri-deposizione nella cripta. Il ritrovamento ha riguardato i corpi di donne, uomini e bambini, presumibilmente l’intera collettività vissuta a Roccapelago tra il XVI e il XVIII secolo, abiti, calze, effetti personali, che costituiscono una miniera di informazioni.
g.p.