Lavori e prevenzione: "Per i controlli sulle nutrie minacce ai miei figli"

Il candidato Michele de Pascale affronta temi cruciali come la gestione del territorio e la prevenzione delle alluvioni, sottolineando la necessità di interventi radicali e pragmatici. Propone un piano speciale per il controllo delle acque e una gestione più oculata dell'Appennino e della collina. Critica la mancanza di attenzione alla manutenzione del territorio negli ultimi anni e propone soluzioni concrete per affrontare le sfide future.

Lavori e prevenzione: "Per i controlli sulle nutrie minacce ai miei figli"

Il candidato Michele de Pascale affronta temi cruciali come la gestione del territorio e la prevenzione delle alluvioni, sottolineando la necessità di interventi radicali e pragmatici. Propone un piano speciale per il controllo delle acque e una gestione più oculata dell'Appennino e della collina. Critica la mancanza di attenzione alla manutenzione del territorio negli ultimi anni e propone soluzioni concrete per affrontare le sfide future.

CASTELFRANCO (Modena)

"Ho ricevuto una lettera di minacce ai miei figli perché la Provincia di Ravenna è quella che fa il controllo più rigoroso sulle nutrie. Ma come dice l’Ispra, vanno eradicate. Serve un approccio radicalmente pragmatico, tanto su problemi serissimi come quello degli animali fossori, sia sulla necessità di rifare o alzare i ponti per recuperare efficienza idraulica". È stato un Michele de Pascale da rivelazioni e da combattimento quello che ieri si è sottoposto al ‘fuoco di fila’ di Confagricoltura, per un’analisi ai raggi X in vista delle Regionali (dopo di lui anche la sfidante Elena Ugolini) nella bella cornice dell’agriturismo ‘La Lupa’ di Castelfranco Emilia. Il candidato del centrosinistra ha raccontato dello spiacevole episodio parlando del controllo del territorio e della prevenzione, tema caldissimo dopo le due alluvioni in un anno e mezzo. "Tutto questo non basta", servirà in primis "il famoso piano speciale per alzare il livello di capacità di contenere le acque – ha detto de Pascale intervistato da Valerio Baroncini, vicedirettore del Resto del Carlino, sul palco a presentare le richieste dell’associazione Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna –, quindi un piano per fare le aree ad allagamento programmato. Non esiste una legislazione nazionale, e tutti sono pronti a fare le espansioni, ma nel territorio degli altri. Sarà una discussione da calare vallata per vallata. Sarà durissima, ma dobbiamo farlo. E poi – ha continuato –, c’è il tema della gestione dell’Appennino e della collina, che non può essere affidata solo al buon cuore degli imprenditori agricoli. Per un vero cambio di passo serve che un presidente della Regione abbia ben chiaro cosa si deve fare e quando si deve fare. E che viva questo come una missione di vita. E poi occorre che un minuto dopo il voto si interrompa ogni forma di speculazione politica. Io – ha ribadito – voglio tutte le responsabilità sulla gestione del territorio".

Il candidato ha poi frenato sul tema delle delocalizzazioni. "Sì, se sono intelligenti, si valuta caso per caso. Ma non può essere usata la clava e non può essere una risposta di sistema", ha detto il sindaco di Ravenna. Le proposte: "Abbiamo un bisogno disperato di un ente specializzato solo in gestione territoriale e in opere pubbliche. Per il resto, bisogna essere intellettualmente onesti e dire che negli ultimi 14 anni non è stata dedicata tutta l’attenzione necessaria alla manutenzione del territorio. Per quanto riguarda la sburocratizzazione, tutta la pubblica amministrazione deve essere amica dell’impresa, serve un cambio di mentalità". Da Confagricoltura: sì all’agenzia regionale Agrea, no ad Agea del ministero. De Pascale ha annuito. Il finale sulla mancanza di manodopera. "Apriamo la stagione dell’umanità e del rigore, ne ho parlato con il ministro Piantedosi, se inseriamo subito gli immigrati in percorsi del lavoro, poi possono essere fatti rientrare nel decreto flussi".

Paolo Rosato