REDAZIONE MODENA

"L’atto dovuto non ha più senso"

Sembrava tutto andare come al solito dopo l’ennesimo fatto di cronaca, con l’ennesimo indagato in divisa e l’ennesimo “atto dovuto”,...

Sembrava tutto andare come al solito dopo l’ennesimo fatto di cronaca, con l’ennesimo indagato in divisa e l’ennesimo “atto dovuto”,...

Sembrava tutto andare come al solito dopo l’ennesimo fatto di cronaca, con l’ennesimo indagato in divisa e l’ennesimo “atto dovuto”,...

Sembrava tutto andare come al solito dopo l’ennesimo fatto di cronaca, con l’ennesimo indagato in divisa e l’ennesimo “atto dovuto”, stavolta a carico del Maresciallo dei Carabinieri Luciano Masini originario di Polinago e fino al 2009 comandante a Frassinoro, che la notte di Capodanno, a Villa Verrucchio, in provincia di Rimini, è stato costretto a sparare ad un esagitato egiziano intento ad accoltellare i passanti. Ora il militare è indagato per eccesso di legittima difesa. La giutificazione è sempre quella: "E’ un atto dovuto". Il Sulpl, Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale, vuole cominciare a mettere in discussione proprio il temuto atto dovuto, "famigerata spada di Damocle che incombe ogni santo giorno sugli appartenenti alle Forze dell’Ordine e le loro famiglie".

"Come SULPL sono anni che denunciamo come surreale la prassi di indagare chi palesemente compie il proprio dovere, e non perdiamo occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, anche cercando di coinvolgere i sindacati delle Forze di Polizia dello Stato, per portare avanti una battaglia comune. Ad ogni modo, sarà stata la sollevazione popolare, che ha portato ad una manifestazione spontanea del piccolo centro del riminese a favore del proprio Maresciallo, sarà stata l’opinione pubblica, che pare si sia finalmente svegliata da un lungo torpore, o sarà stato lo sdegno urlato da noi sindacati delle Forze dell’Ordine, ma questa volta, a differenza delle altre, la politica ha deciso di assumersi le proprie responsabilità, promettendo di provare a rispondere in maniera concreta ad un problema concreto. Lo ha fatto per bocca dell’On. Galeazzo Bignami (foto), Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, e come tale voce certamente autorevole, che ha dichiarato che "Fratelli d’Italia sta riflettendo sulla possibilità di introdurre modifiche legislative che consentano di non arrivare all’iscrizione nel registro degli indagati per chi ha difeso l’incolumità pubblica indossando la divisa e servendo le istituzioni. Esattamente quello che come SULPL chiediamo con forza da anni, né più né meno, e che si aspettano tanto gli appartenenti alla Polizia Locale, quanto i colleghi delle altre Forze dell’Ordine".