Il sorriso è accattivante, il modo di argomentare pacato. Ma lo sguardo esprime forte determinazione. "Sono rigorosa, certo. Non potrebbe essere altrimenti, faccio l’architetto pianificatore da quarant’anni". In questa prima intervista dall’altra parte del tavolo Carla Ferrari racconta al Carlino l’inizio della nuova avventura nella giunta Mezzetti.
L’esordio è stato col botto: a fine settembre la giunta ha bocciato tutti i 19 progetti presentati nell’ultimo scorcio dell’era Muzzarelli per rispondere all’avviso di prima attuazione del Pug, il piano urbanistico generale. E il Consiglio ha ratificato la decisione. Il motivo? "Proposte autoreferenziali e senza caratteristiche di rigenerazione urbana". Ora la parola passa ai cittadini, prima di ripartire con un nuovo avviso pubblico.
Più partecipazione e meno cemento, ecco la sintesi.
"La chiave della partecipazione sarà fondamentale. Questo non vuol dire che non si debba costruire più nulla. Si possono rigenerare ampie porzioni di tessuto urbano, ma prima bisogna capire urgenze e bisogni".
Riqualificazione e rigenerazione sembrano sinonimi. Invece c’è differenza.
"Chi riqualifica lavora su un edificio, chi rigenera opera su una parte di città per migliorarla. Quindi non considera solo il singolo manufatto, ma si occupa di strade, piazze, aree verdi, dotazioni di servizi".
È lei la musa ispiratrice del cambio di passo?
"L’importante è metterci l’anima, come diceva il mio maestro Osvaldo Piacentini. Ispiratrice? Non esageriamo. Modena ha un sindaco con sensibilità altissima e ottima conoscenza della città".
Ha faticato a convincerla?
"Conosco Mezzetti da trent’anni, mi ha chiesto di fare una chiacchierata e alla fine è arrivata la proposta di entrare in giunta. Non me l’aspettavo, ma dopo un momento di stupore ho accettato. Un’occasione per mettermi alla prova e dare un contributo di esperienza. L’urbanistica è la passione della mia vita".
Ora ha un ruolo politico.
"Certo, ma da indipendente. La pianificazione non può prescindere da un taglio politico. Il mestiere di assessore è più pervasivo, ma contiguo".
Cito una sua intervista del 2013: ’Manca una visione di futuro condivisa. Si è disegnata la città in modo casuale’. Siamo ancora all’anno zero?
"No. Il Pug ha fatto un bel passo avanti, in linea con la legge regionale del 2017 sul consumo di suolo. Ma chi era abituato a consultare i vecchi piani ha difficoltà. Ecco perché abbiamo aperto un tavolo con il Comitato unitario delle professioni, coinvolgendo ingegneri, architetti, geometri, ma anche medici, avvocati e psicologi. La pianificazione ha ricadute sulla salute delle persone".
Pianificazione sembra un termine d’altri tempi...
"Significa avere un orizzonte: la legge regionale guarda al 2050 e impone scelte strategiche, da fare con responsabilità. Cito ancora Piacentini: quando tracci un segno sulla carta, stai decidendo che cosa succederà, per molti anni a venire, di qua e di là da quel segno".
Il rischio è di ingessare Modena, perdendo occasioni di sviluppo.
"Non credo proprio. Dentro la città non ci sono solo aree dismesse, ma anche edifici molto vecchi. Bisogna rimpastare il tessuto urbano".
Qualche volta ha ripensamenti?
"Tiro dritto, almeno fino a quando capisco che ci sono aspetti da rivedere. Non cambio idea spesso, proprio perché rifletto molto".
L’ex sindaco Muzzarelli dice che aveva già deciso di bocciare la maggior parte dei 19 progetti.
"Noi li abbiamo presi in considerazione, una volta insediata la giunta, quando ci è stata consegnata l’istruttoria tecnica conclusa con un parere negativo su tutte le proposte. Visto che non avevano le caratteristiche per essere approvate, abbiamo chiuso un percorso e ne abbiamo contestualmente aperto un altro. Al termine presenteremo il nuovo avviso pubblico, che consentirà di riprendere anche temi trattati nelle proposte precedenti, purché abbiano caratteristiche di rigenerazione urbana".
Così si allungano i tempi.
"Il percorso partecipato sta partendo e l’avviso dovrebbe uscire a fine anno, o al massimo a inizio 2025. La consultazione è sia in presenza, sia su una piattaforma a cui ci si iscrive con lo Spid. Abbiamo ricevuto molte adesioni. Parlo per esperienza: più questi meccanismi hanno tempi stretti e più sono efficaci".
Le novità sconfessano le politiche urbanistiche della giunta Muzzarelli. Condivide?
"No. Ricordo che la giunta precedente ha approvato il Pug, ovvero la cornice entro cui lavoriamo".
Sulla bocciatura dei progetti si è formato un asse inedito con parte del centro-destra. Prova imbarazzo?
"Ma perché? Sono contenta che andiamo insieme verso la rigenerazione urbana e la qualità architettonica, nell’interesse della città".
Intanto imprese e professionisti non l’hanno presa bene. Come ricucire i rapporti?
"Non ci sono strappi, credo che i tecnici coglieranno le opportunità di confronto per trovare le soluzioni migliori".
L’obiettivo finale?
"Una città più partecipata, solidale e verde. In una parola, più bella".