Lama Mocogno (Modena), 14 aprile 2022 - L’ha trovata una passante, sofferente, a bordo strada, nella giornata di mercoledì lungo la Statate tra Montecenere e Lama Mocogno. Oggi la lupacchiotta, un esemplare di circa un anno, si trova al centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena, curata amorevolmente dai volontari capitanati da Piero Milani. La lupa è stata investita e quando è stata trovata era quasi in ipotermia e molto spaventata: "Era molto rassegnata - spiega Milani - i volontari l’hanno portata al centro dove è già stata visitata dal veterinario e sottoposta a vari accertamenti. Pare non abbia riportato fratture e il versamento addominale starebbe migliorando. Poi è affetta da rogna che contiamo di curare in qualche settimana". L’animale si trova ora in un’area chiusa ed è sotto la costante osservazione di Milani che la monitora anche da remoto: "Grazie alle telecamere la controlliamo a vista – dice – colpisce il suo sguardo di timore verso l’uomo. Ricordo a tutti che per i lupi, così come per tutti gli animali selvatici, l’uomo di solito è solo fonte di problemi per cui ne stanno alla larga". Un messaggio per sfatare il mito del lupo pericoloso per l’uomo: "Non è affatto così - dice - Non è vero, inoltre, che i lupi sono in aumento. Se sono più visibili è perchè la cementificazione avanza e il loro spazio si limita, in pratica non sanno dove andare. Non sono i lupi in aumento, ma il cemento". Nel nostro Appennino i lupi si muovono in piccoli branchi, di solito limitati ai componenti della famiglia. La rogna è una delle malattie più gravi che può colpirli: "A volte li curiamo con le fototrappole, mettendo dei bocconi con il medicinale nei loro percorsi e seguendoli con le telecamere. Dobbiamo sperare ’abbocchino’, essendo la cattura vietata anche a scopo di cura... in questo caso i lupi sono vittime delle leggi pensate per proteggerli".
La lupacchiotta recuperata dal centro Pettirosso grazie alla segnalazione di una passante è il terzo esemplare presente in via Nonantolana. L’obiettivo è quello di guarirla e di liberarla il più presto possibile. Il recupero è stato portato a termine grazie alla collaborazione dei carabinieri forestali di Pavullo e della polizia provinciale.