GIORGIA DE CUPERTINIS
Cronaca

L’allarme dei sindacati: "In arrivo nuovi medici?. Sono di più quelli in uscita"

Ferrara (Cisl): "Il sistema non regge, l’Ausl deve fornire i numeri esatti del turnover". Casamassima (Cgi): "I camici bianchi a gettone non risolvono nulla e pesano sul bilancio".

L’allarme dei sindacati: "In arrivo nuovi medici?. Sono di più quelli in uscita"

Gennaro Ferrara (Cisl)

"La carenza di personale sanitario? Una situazione critica da diverso tempo, le cui difficoltà - dai turni massacranti al burn out - erano già state annunciate più e più volte. Anche per questo motivo, ora, chiediamo un’operazione di verità e trasparenza". È Gennaro Ferrara, segretario generale di Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale, a riaccendere i riflettori sul tema. Con un appello, che rivendica forte e chiaro: "Bene le nuove assunzioni, ma i numeri non bastano: se nell’anno 2024, facciamo una stima, si punta a coprire il turnover con 25 assunzioni, ma poi se ne vanno via in 200, è evidente che il sistema non regge. È come un cane che si morde la coda – incalza Ferrara –. Per questo motivo chiediamo un dialogo tra sindacati e Ausl, per avere non soltanto i numeri delle assunzioni, ma anche di quelli che si sono dimessi. E spiegare perché queste figure non si trovano: siamo di fronte a una carenza cronica".

Impossibile, inoltre, non rivolgere uno sguardo sul - più che discusso - tema riguardante i cosiddetti medici a gettone: "che di fatto - secondo Ferrara – poco, o meglio nulla, risolvono. Anzi: pesano sul bilancio della sanità pubblica e non poco. Parliamo di cifre esorbitanti: stimiamo che dal 2020 al 2023 siano stati spesi tra i tre e i quattro milioni per pagare i medici esterni. Fra l’altro, i gettonisti non sempre scelgono di affrontare i turni di notte o le fasce orarie più complicate. Per questo lo ribadisco: c’è bisogno di avere un ricambio interno, un cambio di passo, un rafforzamento del personale. Non serve mostrare i numeri di chi entra, se non si svelano i numeri di coloro che, dalla sanità pubblica, se ne sono già andati. Perché non è la prima volta che lo ribadiamo: sono tantissimi quelli che si spostano verso il privato, cambiano lavoro o altrimenti si trasferiscono all’estero".

A fare una fotografia dello scenario è anche Giulia Casamassima, responsabile della sanità per la Fp Cgil, che immortala le diverse difficoltà: "Come Cgil è già da anni che denunciamo le criticità legate ai medici a gettone: costi esorbitanti che continuano a pesare e non poco. Con un paio di turni, infatti, si portano a casa uno stipendio intero se paragonato a quello che prendono i medici interni e questo non accade soltanto nella nostra provincia. Il problema però, è ormai evidente, non è di facile risoluzione: ed è bene sottolineare che a nuocere, come primo elemento, siano innanzitutto i tagli alla sanità con cui continuiamo purtroppo a convivere da molto tempo. Si crea così una sempre più forte disaffezione dei medici per quanto riguarda il sistema pubblico, e le cosiddette ‘grandi dimissioni’ sono dovute a più fattori, su cui è importante intervenire: dal carico di lavoro, allo stress, fino alla questione abitativa, che a Modena rappresenta un grosso ostacolo, così come il costo della vita". Ma non è finita qui. "Siamo assolutamente consapevoli degli sforzi che l’Ausl sta mettendo in campo, ma rimane comunque necessario fare ancora di più. Così come è fondamentale - incalza la sindacalista - che le soluzioni siano ‘interne’, e non esterne. Quella che stiamo per concludere è stata una delle peggiori estati di sempre, così come avevamo già annunciato diverse settimane fa".