E’ cominciato ieri in tribunale a Modena ma è stato subito rinviato il processo per la morte della 40enne di Bastiglia Laila El Harim, la donna di origine marocchina che morì schiacciata in una fustellatrice il 3 agosto 2021 all’azienda Bombonette di Camposanto. Alla sbarra ci sono gli imprenditori Fiano e Jacopo Setti, nonno e nipote, titolare il primo e responsabile della sicurezza il secondo, oltre all’azienda in quanto soggetto giuridico. Le accuse sono di omicidio colposo in concorso con l’aggravante della violazione delle norme antinfortunistica. Ieri mattina la prima udienza, ma il processo è stato rinviato al 30 marzo prossimo quando sarà affidato ad un nuovo giudice competente per infortuni sul lavoro. Ieri in aula non erano presenti i due imputati; soltanto i loro legali, lo studio Piccaglia di Bologna. Sono usciti invece dal processo tutte le parti civili: il compagno e la figlia di Laila, che avevano ottenuto un risarcimento ancora prima dell’udienza preliminare, e i genitori e i fratelli dell’operaia marocchina, che sono stati risarciti in un secondo momento e i cui legali, lo Studio3A, che seguirà comunque il procedimento con attenzione, avevano revocato la costituzione di parte civile.
Emanuela Zanasi