Modena, 3 febbraio 2022 - Chiuse le indagini sul caso di Laila El Harim, l'operaia 40enne morta sul lavoro a Bombonette di Camposanto (Modena) la scorsa estate, ad agosto. La fustellatrice utilizzata nell'azienda in cui è rimasta incastrata, sarebbe stata modificata rispetto al manuale d'uso.
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È quanto viene contestato ai due indagati, il datore di lavoro e il delegato alla sicurezza. Nel chiudere le indagini la pm Maria Angela Sighicelli sottolinea la presenza di pareggiatori in gomma da regolare manualmente non previsti e l'assenza di una protezione, prevista.
Laila sarebbe entrata nella fase di pre-avviamento nel macchinario proprio per regolare i pareggiatori, per il cambio di formato del formato in lavorazione.
Violazione delle norme antinfortunistiche
Laila era originaria del Marocco e viveva in Italia da 20 anni, con un compagno e una figlia di cinque anni. Al fondatore e datore di lavoro e al delegato alla sicurezza è contestata l'aggravante della violazione delle norme antinfortunistiche. Come soggetto giuridico è invece indagata l'azienda, cui vengono associati il risparmio economico e di tempi di lavorazione derivati dai reati contestati ai due indagati.
A confermare la notizia della chiusura delle indagini è la società specializzata nel risarcimento danni Studio3A-Valore di Modena, cui si sono rivolti i parenti della vittima e che ha incaricato un consulente legale. Il pm sottolinea che i due indagati avrebbero omesso di valutare il rischio di contatto con organi in movimento durante l'uso delle macchine fustellatrici, tra cui anche quella che ha riguardato l'infortunio mortale, pur essendo questo rischio palese per mancanza di una protezione statica fissa.
Nessuna formazione
Inoltre avrebbero messo a disposizione dei lavoratori attrezzature non conformi ai requisiti di sicurezza. Sarebbe stato consentito l'avviamento del macchinario pur in presenza di un operatore all'interno. Entrambi gli indagati avrebbero anche omesso di inviare l'operaia, assunta nel giugno del 2021, alla visita medica preventiva per constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui era destinata. Laila El Harim non sarebbe stata nemmeno avviata, entro 60 giorni dall'assunzione, alla formazione in materia di salute e sicurezza. Secondo la ricostruzione della procura, la lavoratrice si sarebbe introdotta nella macchina fustellatrice per regolare i 'pareggiatori in gommà, operazione resa necessaria per il cambio del formato in lavorazione, rimanendo incastrata nella parte posteriore della macchina tra una 'barra di pinzà e la barra fissa posteriore