di Alberto Greco
Partecipazione, una grande commossa partecipazione, e tanta tristezza sono i sentimenti che hanno attraversato i numerosi presenti a Massa Finalese al funerale di Laila El Harim, l’operaia quarantenne deceduta per un tragico infortunio sul lavoro il 3 agosto alla Bombonette di Camposanto. Davanti al cimitero, di questa frazione di Finale Emilia, si sono ritrovati in molti per porgere l’ultimo saluto alla giovane marocchina, amata non solo dal compagno Manuele Altiero, dalla piccola figlia di 5 anni, dai famigliari, ma anche benvoluta e apprezzata dai tanti colleghi di lavoro delle aziende presso le quali ha lavorato e dove lavora il compagno.
Presente alla cerimonia anche il console generale del regno del Marocco a Bologna Said Jazwani che ne ha ricordato la dedizione al lavoro e quanto la ragazza amasse l’Italia. "Era un brava lavoratrice" ha detto quando per primo ha preso la parola, usando espressioni di gratitudine anche per le autorità italiane e la magistratura, impegnate nell’accertamento della verità. Presenti anche rappresentanze delle comunità islamiche di Finale, in primis del Centro culturale islamico locale, di Mirandola, San Felice, e di altri comuni, ma soprattutto per sottolineare la vicinanza e la solidarietà ai congiunti c’erano tutti i sindaci dell’Area Nord, da Monja Zaniboni, sindaca di Camposanto, alla sindaca di Cavezzo che oggi presiede l’Unione dei Comuni, Lisa Luppi, oltre a Francesca Silvestri, prima cittadina di Bastiglia, Monica Malaguti, assessora a Finale Emilia. Tutte quante sono intervenute brevemente prima del rito e della preghiera collettiva e c’era la consigliera regionale Palma Costi. Tutte le istituzioni si sono strette nell’ideale abbraccio che ha accomunato in questo triste giorno tante persone di diverse fedi, che si sono ritrovate per sottolineare come è stato ripetuto da Malaguti e Luppi "che morti così assurte per lavoro non devono ripetersi". Analoghi concetti ha espresso il segretario provinciale cartotecnici della Cgil, Fernando Siena, tra i presenti. "La sicurezza dei luoghi di lavoro per la controparte padronale, come ci è stato fatto intendere durante l’incontro per il rinnovo del contratto di lavoro è diventato un orpello, un costo da evitare, qualcosa che ferma la produzione. La formazione non viene riconosciuta come orario di lavoro".
Ieri al cimitero di Massa Finalese, dove una porzione di questo luogo è stata riservata alle sepolture dei musulmani, raro esempio di integrazione e accoglienza, si è radunata una piccola folla ad accogliere la salma di Laila. Molta commozione nei commenti e nelle parole di chi è intervenuto e di chi ha pronunciato la preghiera per Laila, Rachid Jarrar della comunità islamica di Mirandola. La giornata dedicata al ricordo di Laila era cominciata nella mattinata a Camposanto, dove a mezzogiorno la sindaca Zaniboni ha chiamato a raccolta davanti al municipio i dipendenti comunali presenti per osservare un minuto di silenzio, mentre sopra di loro campeggiava la bandiera a mezz’asta. La salma di Laila era partita nel pomeriggio alle 17 dalle camere ardenti del Policlinico, dove venerdì scorso era stata eseguita l’autopsia sul cadavere della giovane rimasta inspiegabilmente imprigionata in una fustellatrice dello scatolificio, episodio per il quale sono indagati come atto dovuto Fiano Setti, il fondatore della azienda, ed il nipote Jacopo, responsabile della prevenzione e sicurezza. Ora Laila riposa in pace, mentre famigliari e colleghi attendono di conoscere i fatti che hanno portato alla sua morte.