Pievepelago, 3 agosto 2024 – Il lago Santo modenese, a 1.501 metri di quota, si conferma una delle principali attrattive turistiche dell’Appennino, con migliaia di visitatori tra cui – l’altro ieri – anche Vasco Rossi. Blasco ha ripetuto la visita dello scorso anno, soffermandosi in rifugio sulle rive del lago (ecco quelli consigliati in Emilia Romagna insieme ai fiumi). E su queste sponde saranno posti cartelli informativi dal titolo ‘Il lago Santo e il clima che cambia’ che spiegano la presenza sempre più invasiva dell’erba acquatica Myriphyllum spicatum detti Millefoglio. La pianta ha ricoperto già tre quarti della superficie; non risulta pericolosa per la fauna ittica ma certamente danneggia la resa paesaggistica del luogo.
I cartelli realizzati dai Parchi Emilia Centrale hanno il patrocinio dei comuni modenesi di Pievepelago, Fiumalbo e Riolunato, e del limitrofo comune toscano di Barga e altri enti interessati, dimostrando come il problema sia sentito il tutto l’Appennino. "Stiamo seguendo passo a passo la situazione – dice Luciana Serri presidente ente Parchi – valutando attentamente i provvedimenti adottabili, in stretto contatto coi ricercatori dell’Università di Parma che sono i maggiori conoscitori di flora lacustre in quota. Abbiamo già incaricato un tecnico specializzato a predisporre un progetto di intervento, per il quale richiedere fondi dal bando regionale "Recore" a settembre. Occorre comunque muoversi con cautela, in quanto non vi sono certezze né su come l’erba sia arrivata, né come sia possibile rimuoverla senza danneggiare l’ambiente lacustre. Ci impegniamo comunque in prima fila per risolvere il problema".
Nei nuovi cartelli viene anche chiesta la collaborazione dei visitatori: "Tenuto conto delle forti capacità colonizzatrici del Millefoglio, vi è l’assoluta necessità, considerata anche la vicinanza del lago con altri specchi d’acqua attualmente non colonizzati dalla specie, di osservare da parte di tutti i fruitori dell’area comportamenti responsabili per non essere veicolo di diffusione. Calzature o animali che entrano a contatto con le acque del Lago Santo possono infatti essere fonte di propagazione del Millefoglio anche in altri bacini limitrofi come il Lago Baccio, durante una normale escursione".
"Tra le cause del processo di trasformazione del lago – viene descritto – ci sono indubbiamente i cambiamenti climatici registrati nell’ultima decade, che hanno portato ad un significativo incremento della temperatura delle acque negli strati profondi e ad un aumento della loro conducibilità. Un rapido cambiamento che ha favorito l’espansione del Millefoglio registrato anche in altri laghi appenninici modenesi (Pratignano) e reggiani (Calamone)’. Sulle cause dell’arrivo della specie si ipotizza un processo naturale ad opera degli uccelli, ma non si esclude un involontario ingresso ad opera dell’uomo.