REDAZIONE MODENA

Lacrime all’arrivo dei carabinieri

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È previsto per questa mattina nel carcere minorile del Pratello, a Bologna, l’interrogatorio di garanzia nei confronti dei tre studenti sottoposti a misura cautelare dopo aver minacciato, picchiato, rapinato ed estorto denaro a compagni di scuola e ad altre due persone. Le difese sono state affidate agli avvocati Fabio Bazzani del foro di Modena e a Massimo Valentini del foro di Bologna.

L’udienza di convalida è prevista per le undici di questa mattina. Pare che siano tantissimi gli episodi documentati dai carabinieri: molte delle minacce estorsive, infatti, correvano in chat e sono emerse a seguito delle intercettazioni. Probabilmente i componenti della baby gang non si aspettavano di trovarsi faccia a faccia, martedì, con gli uomini dell’Arma e, alla vista delle divise, sarebbero scoppiati in lacrime. Probabilmente il pentimento arriverà – se arriverà – soltanto una volta posti davanti alla gravità dei fatti compiuti: se inizialmente le minacce erano iniziate come un gioco – la volontà di emergere nel gruppo e di acquisire popolarità – poi la gang si è rafforzata e strutturata. Avevano capito i tre amici, insomma, di avere ‘gioco facile’ davanti a coetanei più fragili tanto da arrivare a commettere reati sempre più gravi come i pestaggi, le estorsioni o le rapine. Non parliamo di ragazzi provenienti da famiglie di particolare disagio sociale o economico; anzi. La vicenda sarebbe nata infatti in un contesto di consumo di piccolo spaccio di sostanze stupefacenti che avrebbe poi portato alle condotte estorsive e alle rapine a seguito dell’iniziale rigiuto, da parte di alcune vittime, di saldare i propri debiti. E poi c’è l’episodio forse più forte ed emblematico: il ricatto legato ad un video dai contenuti a sfondo sessuale. Sicuramente un tema sul quale si discute da tempo a livello nazionale per i risvolti drammatici legati ad alcuni episodi di cyberbullismo: alcuni ragazzi non hanno retto alla vergogna di quelle immagini e commenti diffusi in chat, arrivando persino a torgliersi la vita.

La pericolosità sociale mostrata dai tre giovanissimi la si evince dal fatto che molte delle vittime risultassero totalmente succubi delle gravi condotte. Così come non può che non far riflettere il ruolo ricoperto da una ragazzina di appena 16 anni che era in grado di minacciare di morte un coetaneo nel caso in cui si rifiutasse di eseguire ‘gli ordini’ impartiti dalla gang. La maggior parte dei pestaggi sarebbe avvenuta all’esterno dell’istituto scolastico: i minori in particolare spesso sarebbero stati vittime di agguati. La banda, dopo aver inviato decine e decine di messaggi minatori passava ai fatti, picchiando i ragazzini nel caso in cui si tirassero indietro rispetto al pagamento richiesto. Un fenomeno sempre più diffuso, purtroppo, quello di baby criminali in azione nelle scuole ma non solo e che rappresenta a tutti gli effetti un allarme sociale. A preoccupare è la facilità con cui ragazzini di 15, 16 anni commettono reati anche gravissimi, rischiando di compromettere per tutta la vita la serenità dei propri coetanei e amici. Tra le inchieste più inquietanti, condotta sempre dai carabinieri, quella legata alla strage di Corinaldo. Parliamo del recente fermo dei componenti della banda dello spray: Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Moez Akari, Raffaele Mormone, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah ora in attesa di essere giudicati per i gravissimi episodi che li vedrebbero responsabili.

Loro, tutti giovanissimi e senza scrupoli, sarebbero infatti i componenti della terrificante banda accusata di aver causato la strage alla Lanterna Azzurra. Potere e soldi, soprattutto, per acquistare capi alla moda in cambio di vite spezzate.

Valentina Reggiani