Cento anni per Sermide Ruffilli, la staffetta partigiana che ha vissuto a San Damaso per gran parte della sua vita ed è ora ospite della Casa Residenza per Anziani di via Vignolese, a Modena. Li ha festeggiati ieri, insieme al figlio Roberto Gatti, ad altri familiari, e agli anziani e personale della struttura: con loro, la vicesindaca e assessora alla Sanità, Francesca Maletti, che ha portato in dono la medaglia della Bonissima con cui l’Amministrazione comunale omaggia i neo-centenari.
Sermide Ruffilli ha cantato con grande trasporto "Bella Ciao", accompagnata dalle note di una fisarmonica, e poi "Romagna mia".
Di origini emiliano-romagnole, Sermide dopo l’infanzia nella Bassa si trasferì da bambina a Modena con la famiglia, salvo poi essere tra gli "sfollati" a Bomporto a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Sermide era fidanzata con Nino, Angelo Gatti, che sposò dopo la guerra. Alpino nella divisione Julia e inviato a combattere sul fronte francese a 19 anni, in modo fortuito Nino evitò invece la spedizione in Russia; arrestato dai tedeschi nel ’43 a cui si sottrasse miracolosamente, divenne il partigiano Eros. "Ed Eros, con la rivoltella nascosta nei pantaloni andava a trovare Sermide nella casa occupata dai soldati tedeschi".
Alla fine degli anni ’50 andò a vivere con il marito Nino a San Damaso, e da lì si è recata in città sempre in bicicletta fino ai 90 anni, per lavoro, per incontrare le amiche e per le celebrazioni delle feste partigiane che ancora oggi la emozionano e commuovono.