"La sicurezza deve rivestire un ruolo primario"

Il presidente Anmil di Modena solleva l'allarme sulla mancanza di attenzione alla sicurezza sul lavoro, chiedendo un'immediata revisione della normativa del 1965 per tutelare le vittime e le loro famiglie.

"La sicurezza deve rivestire un ruolo primario"

Il presidente Anmil di Modena solleva l'allarme sulla mancanza di attenzione alla sicurezza sul lavoro, chiedendo un'immediata revisione della normativa del 1965 per tutelare le vittime e le loro famiglie.

"Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese, ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità".

Queste le parole del presidente Anmil di Modena, Antonio Masella. Che entra nel dettaglio: "Questa manifestazione è l’occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno concreto per il futuro, al fine di arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali. È tempo di concentrare poi l’attenzione sulla tutela delle vittime del lavoro che viene regolata da una normativa che risale al 1965 e che per questo deve essere assolutamente rivista, per evitare che rimangano indietro intere famiglie che si ritrovano ad affrontare disabilità, dolore e difficoltà economiche all’indomani di un infortunio o per una malattia professionale".

Ieri, durante i momenti di riflessioni organizzati in occasione della 74esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, nel suo lungo messaggio, il presidente Masella ha inoltre ricordato l’urgenza di "tornare a parlare con urgenza e concretezza della tutela delle vittime e delle loro famiglie, un tema peraltro ben poco conosciuto se non dagli addetti ai lavori o da quanti ne rimangono coinvolti – ha spiegato –. Tutela che non è solo economica, ma che riguarda tutti gli aspetti della vita compromessi dall’infortunio. Non a caso ci impegniamo a diffondere le storie delle vittime affinché tutti possano capire quanto un infortunio incida sulla vita di chi lo subisce e sulla sua intera famiglia".

Non solo. "Ora chiediamo alle Istituzioni un passo in più: riconoscere il valore delle testimonianze anche nelle aziende per cercare di realizzare quel cambiamento culturale che molto spesso si invoca, ma che la formazione tecnica da sola non è in grado di garantire".