Dopo che, come se fosse la cosa più ‘normale’ del mondo, ha mostrato in diretta tv gli indumenti intimi di Daniela, è stato portato in caserma per essere sentito come persona informata sui fatti. Quando i carabinieri sono entrati nella sua abitazione di Polinago, però, hanno trovato armi custodite abusivamente. Nei suoi confronti è scattato l’arresto. A finire in manette è stato l’ex autista di autobus Domenico Lanza, per tutti "lo sceriffo". Parliamo dell’uomo che frequentava abitualmente Daniela Ruggi, la 31enne scomparsa in circostanze misteriose lo scorso 18 settembre da Vitriola di Montefiorino, dove viveva.
L’uomo, mercoledì a Pomeriggio cinque, ha mostrato gli slip e le calze della giovane, che custodiva all’interno dell’auto. "Era venuta da me per lavarsi – ha spiegato – non sono mai riuscito a restituirgliele". Quella circostanza, però, ha fatto si che i carabinieri intervenissero immediatamente per sequestrare gli indumenti della giovane e forse pure l’auto dell’uomo. Lo stesso è stato quindi accompagnato in caserma per essere sentito come persona informata sui fatti. Una volta perquisita la sua abitazione sono spuntate le armi: da qui l’arresto. Sulla vicenda vige il più stretto riserbo: non è chiaro dove sia ora ’lo sceriffo’ e, soprattutto, se quelle armi possano essere in qualche modo ricollegabili alla scomparsa della giovane così come il provvedimento nei confronti dell’uomo. Lanza era stato sentito nei giorni scorsi sempre dai carabinieri ma non aveva detto nulla circa quegli indumenti. Ai microfoni di ’Pomeriggio Cinque’ aveva ribadito di "non aver sbagliato nulla" con Daniela, "di averla solo aiutata".
L’uomo per vent’anni aveva vissuto a Cavriago, Reggio Emilia dove tutt’ora abita parte della sua famiglia. Nel paese reggiano aveva abitato per anni con la moglie ed i due figli.
All’epoca lavorava come guardia giurata per un noto istituto di vigilanza privato reggiano, ed in paese gli avevano dato quel soprannome sia per l’orgoglio per la divisa che indossava, sia per il suo atteggiamento un po’ protervo e sbruffone. La famiglia Lanza è stata segnata da due episodi di cronaca che fecero molto scalpore e suscitarono dolore in tutta la comunità. Circa 25 anni fa il figlio più piccolo, allora di circa 5 anni, prese di nascosto l’arma di ordinanza del padre (che non era stata riposta all’interno dell’apposita cassetta blindata) e giocando esplose un colpo che lo colpì al torace: solo per miracolo il bimbo si salvò, ma il padre ebbe non pochi guai per aver lasciato incustodita la pistola. Ma la vita dei Lanza fu stravolta da una ben più grave tragedia: dopo qualche anno il figlio maggiore morì nel proprio lettino per un’emorragia cerebrale. La tragedia fu un lutto enorme da reggere. Domenico da solo si trasferì nel Modenese, dove ha cominciato una nuova vita, senza però smettere di essere lo "sceriffo" ad anzi compiacendosi di vestire come un cowboy, con tanto di cappello texano.
e Francesca Chilloni