DAVIDE MISERENDINO
Cronaca

La rivoluzione fallita dei 40enni. È bastata una foto "senza parole" per ’spazzare via’ la gioventù dem

Nei mesi della corsa alla successione in molti erano convinti che fosse il momento del ricambio generazionale. Ma alla fine si è trovato l’unico accordo possibile che vede Massimo Mezzetti candidato unitario.

La rivoluzione fallita dei 40enni. È bastata una foto "senza parole" per ’spazzare via’ la gioventù dem

La rivoluzione fallita dei 40enni. È bastata una foto "senza parole" per ’spazzare via’ la gioventù dem

"Abbiamo cresciuto un’ottima classe dirigente". "Dopo aver avuto sindaci prossimi ai 70 anni, è giusto rivolgersi a chi può interpretare meglio le sfide di oggi". "La città è pronta: è l’ora dei quarantenni". Nel Partito democratico, in questi mesi di convulsa corsa alla successione, si è detto davvero di tutto. E anche se alla fine si è trovato un accordo su quello che in tanti definiscono "il miglior candidato possibile", l’ex assessore regionale Massimo Mezzetti, vale la pena ricordare la rivoluzione mancata dei nati negli anni ’80. Tra gli otto prescelti che avrebbero potuto ambire a raccogliere il testimone di Muzzarelli, ben cinque galleggiavano in ‘zona 40’: Andrea Bortolamasi (1983), Andrea Bosi (’82), Diego Lenzini (’81), Ludovica Carla Ferrari (’83), Giulio Guerzoni (’82). Con loro Francesco Ori, nato nel ’76 e che ancora non ha toccato l’asticella dei cinquanta. Giusto citare anche Umberto Costantini, classe ’87, nonostante la ‘messa a disposizione’ del sindaco uscente di Spilamberto sia stata subito stoppata dai vertici dem. C’è stato un momento in cui tutto faceva pensare che questi volenterosi quarantenni avrebbero davvero potuto trovare un posto al sole. Certo, avrebbero dovuto sgomitare, si sarebbero dovuti buttare nell’arena delle primarie, ma forse uno spazio per loro, in questa città governata per vent’anni da politici con una lunga esperienza alle spalle, poteva davvero esserci. Questo, almeno, aveva fatto pensare la segretaria cittadina del Pd Federica Venturelli, anche lei largamente under 40 (ha 28 anni), che a lungo è parsa convinta che alla fine il percorso da lei impostato avrebbe portato, non senza curve a gomito, a scegliere uno dei ‘fatidici 8’. Sensazione rafforzata da uno dei saggi, l’ex sindaco Giorgio Pighi. Che, intervistato su queste pagine, aveva detto: "Non è un principio assoluto, ma credo che ormai sia nei fatti che, dopo aver avuto negli ultimi anni sindaci intorno ai 70 anni, ci si rivolga a risorse in grado di interpretare le nuove sfide che la società pone". Perfino Muzzarelli aveva più volte sottolineato la meritoria "costruzione di una classe dirigente portata avanti nei suoi due mandati", facendo riferimento ai tanti assessori in lizza per succedergli. Peccato che, vuoi per mancanza di grinta dei diretti interessati, vuoi per mancanza di fiducia di chi ha le chiavi del partito modenese - leggi Muzzarelli e Bonaccini - alla fine questi quarantenni siano stati spazzati via in un sol colpo. E’ bastata una foto di Mezzetti e Muzzarelli davanti a tre bicchieri tutti vuoti per ricacciare nel vaso di Pandora i desideri proibiti della gioventù democratica e sgonfiare di significato le sponsorizzazioni dei contenuti su Instagram. Nella stanza dei bottoni si è deciso di optare, probabilmente per non correre il rischio di farsi soffiare la città dal centrodestra in un momento estremamente delicato, sul 62enne ex assessore regionale, oggi presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione Ago, un punto di riferimento per la sinistra molto apprezzato dal mondo culturale. Il passaggio di testimone sarà dunque orizzontale e non verticale: si è scelto di non scavalcare la barriera generazionale, ma di aspettare ancora un po’. Va detto che i protagonisti di questa estenuante commedia non finiranno certo nel dimenticatoio, anzi: per alcuni di loro si intravedono incarichi prestigiosi nella giunta Mezzetti. A partire da Andrea Bortolamasi, che vista la vicinanza con Mezzetti (la ‘colla’ è Bonaccini) potrebbe ambire a deleghe strategichei, e Giulio Guerzoni, per cui è lecito immaginare che Muzzarelli - di cui è braccio destro - abbia chiesto garanzie. Anche Ludovica Carla Ferrari e Diego Lenzini sembrano avere buone possibilità. Ci sarà da aspettare ancora, però, per arrivare in cima alla montagna. Forse da lassù si riuscirà a scorgere anche Gabriel Attal, il 34enne primo ministro francese appena nominato da Macron.