La Bassa modenese ha in animo di candidarsi a "Capitale della Cultura italiana 2028". Il traguardo è lontano nel tempo e non di meno suggestivo. L’idea è stata avanzata da Paolo Negro, capogruppo Pd e liste civiche nell’Unione Comuni Modenesi Area Nord (Ucman) e ora candidato alla Regione Emilia-Romagna. Cade in un momento molto particolare per la Bassa condizionato dalla conclusione dello stato d’emergenza quando la ricostruzione, in particolare del patrimonio pubblico e religioso, non è ancora terminata, e può rappresentare il volano per quell’ultimo colpo di reni necessario per vincere la sfida del terremoto. Messa nero su bianco la proposta entro la settimana sarà trasformata in un ordine del giorno che verrà depositata in Consiglio dell’Unione. "E’ una cosa importantissima – ha spiegato Negro – perché crea uno sforzo collettivo per generare un progetto culturale condiviso. Nei mesi scorsi è stata indicata Aquila come Capitale della Cultura 2026. Lì non si è terminata la ricostruzione. Anzi! Noi credo che dobbiamo avere perciò l’ambizione di costruire un progetto che metta al centro quello che già siamo: i Barchessoni (nella foto), una peculiarità architettonica esclusiva del nostro territorio; la cultura d’impresa, la cultura del saper fare, della innovazione e ovviamente l’eccellenza europea della nostra Scuola di Musica, un’esperienza di rilevo nazionale e anche oltre. Sono tutte unicità insieme ai nostri teatri (quale città ha 5 teatri storici?), alla Pieve di Quarantoli, alla Chiesa di San Francesco, terzo luogo religioso in Italia dedicato al Santo di Assisi, i castelli che ricostruiremo, le ville e corti di campagna, il Festival della Memoria, che ci appartengono". Tra gli amministratori c’è già chi ha sposato convintamente l’idea. "Provenendo da un’esperienza professionale nel mondo dei beni culturali, - dice il sindaco di Medolla Alberto Calciolari - non posso che appoggiare questa idea; è infatti ora decisivo che i riflettori rimangano accesi su questa fase della ricostruzione e che tutte le istituzioni facciano la loro parte".
Alberto Greco