
Marco e Marianna, figli di Gianni Morandi, saranno stasera al Michelangelo
Svuotando la casa della storica tata, Marianna e Marco Morandi ritrovano i ricordi di una vita. Un po’ impolverati, imbevuti di nostalgia, ma sempre lì. Così come li avevano lasciati, tata Marta li ha custoditi. Decidono di portarli in scena, per raccontare gli aneddoti esilaranti che hanno segnato la loro vita e che hanno condiviso con papà Gianni e mamma Laura Efrikian. ‘Benvenuti a casa Morandi’, scritto dai due protagonisti assieme a Elisabetta Tulli e a Pino Quartullo, che ne ha curato anche la regia, arriva al teatro Michelangelo, stasera alle 21. Le musiche originali di Marco Morandi and Sons.
Marianna Morandi, torna a recitare dopo un lungo periodo lontano dalle scene. Com’è andato il ritorno sul palco?
"È stata una bella scommessa. Dopo tantissimi anni non era scontato potercela fare. Ma stare accanto a Marco è una garanzia, mi sento protetta. Lavorare vicino a quelli bravi ti fa essere brava".
Marco ha detto che è lei, quella più brava a recitare…
"È generoso e mi vuole bene, ma lui fa questo mestiere da 30 anni. Io no, avevo messo tutto in un cassetto".
Le mancava il palcoscenico o era qualcosa a cui non pensava?
"Non ci pensavo, ho cambiato vita e non avevo intenzione di tornarci. Ma Marco ha avuto l’illuminazione di chiedermi di lavorare assieme e ho accettato più per amore di mio fratello che per amore del palcoscenico".
Un bilancio?
"Mi sto rendendo conto che mi ha fatto un regalo grandissimo, mi diverto, sono felice".
Come avete costruito lo spettacolo?
"Quando la nostra tata è morta, abbiamo scoperto che aveva conservato tutti i nostri ricordi. Vestiti, quaderni di scuola, giocattoli: ci è passata davanti tutta la vita. A una certa età riesci a guardare gli episodi, che da ragazza hai vissuto come traumatici o dolorosi, con il sorriso e con leggerezza".
Ci fa un esempio di uno di questi episodi?
"Raccontiamo di quando organizzammo uno spettacolino teatrale. Io avevo nove anni, Marco quattro. Avevamo fatto pagare un biglietto, ma venne abbastanza male e alla fine i nostri genitori ci chiesero di restituire i soldi al pubblico. Sembrava ingiusto, ma lo hanno fatto per insegnarci il rispetto per il lavoro e il pubblico".
Che genitori sono stati Gianni e Laura?
"Severi e rigorosi. Ora che anche noi siamo adulti e genitori ci rendiamo conto che la loro severità è stata importantissima. All’epoca sembrava eccessiva, ma ci hanno insegnato a essere onesti e responsabili".
Amalia Apicella