Una foto che ritrae due ragazzi che si baciano tra le strade di Palermo per lanciare un messaggio chiaro e forte di Libertà, ma quella foto non è stata ritenuta ‘idonea’, ovvero la dirigente scolastica avrebbe cercato di ‘censurare’ l’immagine, ritenendo che il ‘premio Libertà’ deciso per lo scatto da una Commissione esaminatrice non fosse adeguato,opportuno. A denunciare quanto accaduto all’interno dell’Istituto superiore Enrico Fermi di Modena è una professoressa che spiega come, nell’ambito di un progetto contro le mafie, fosse stato indetto appunto un concorso fotografico "Palermo Libera tutti" che avrebbe portato alla premiazione della citata foto. "La scuola ha preparato per tutto l’anno scolastico il Progetto Legalità – spiega la docente – un percorso di formazione rivolto a tutti gli studenti delle quarte che sono stati poi accompagnati a Palermo, tra marzo, aprile e i primi giorni di maggio proprio per un progetto legato alla lotta alla mafia. Al termine del percorso si è pensato di organizzare una mostra con le foto che ‘descrivevano’ alcuni temi trattati, e di indire un concorso con criteri e motivazioni. Le colleghe hanno allestito la mostra ma, quando la dirigente è passata davanti ai pannelli, si è bloccata davanti allo scatto di due ragazzi che si baciavano e candidato dagli studenti nel ‘settore libertà’. La presidenza non ha approvato la premiazione e ha tentato di far chiudere la mostra ma, non essendo stata emessa una circolare, la mostra è stata poi inaugurata. Secondo la stessa professoressa, a quel punto un’insegnante a capo della commissione giudicatrice è stata invitata in presidenza. La dirigente ha preteso spiegazioni e trasparenza.
La docente ha informato la Dirigente che la motivazione che ha portato alla premiazione da parte della commissione è una dichiarazione di Saviano "La prima scelta contro la prassi mafiosa è rompere le sue regole, scardinare la sua aberrazione moralista (...). Scegliere la vita, la sessualità libera da vincoli, un corpo non assoggettato alla morsa della convenzione è un atto antimafia. Anzi: è l’atto antimafia". "Questo non è bastato e la Dirigente ha affermato che noi docenti agiamo come le mafie. Riteniamo l’affermazione inaccettabile. La scelta di premiare quella foto, secondo la preside, non era coerente col titolo e non rappresentava un inno alla libertà, con il paradosso che è andata così a ‘bocciare’ un atteggiamento omosessuale. E’ stato un tentativo palese di censura, di omofobia". La docente spiega quindi come, a seguito dell’accadimento, in assemblea sindacale, risultata ‘infuocata’ sia emersa una situazione di forte disagio vissuta dai docenti perché la presidenza si è rivolta verso la docente in modo inaccettabile. "Tutto quello che succede a scuola si è irrigidito. Il Fermi è sempre stato una grande opportunità di formazione, un’eccellenza che si rischia di inaridire. Manca dialogo ed un confronto costruttivo".
v. r.