"Si parte dalla persona e dalla sua vita. Il sopralluogo solitamente inizia proprio nell’abitazione della persona scomparsa per trovare indizi che portino o all’allontanamento volontario oppure al sequestro o, appunto, a qualcosa di più ‘violento’. Si cercano quindi tracce di aggressione nell’ultimo caso o di ‘partenza’ nel primo, come un biglietto del treno. Dopo di che ci si concentra sui rapporti familiari e su quelli ‘amicali’. Nel caso di Daniela Ruggi, ad esempio, dubito fortemente si tratti di allontanamento volontario".
Così la criminalista Katia Sartori analizza la scomparsa di Daniela Ruggi e, in particolare, fa il punto sul ruolo dei consulenti nel caso di persone scomparse. "Sono cruciali le prime ore dopo la scomparsa di una persona: più tardi si denuncia, più tardi si parte ad indagare. Il primo ‘aspetto’ da analizzare è sicuramente la personalità della persona scomparsa: eventuali problemi psichiatrici, economici, problematiche familiari o liti con persone vicine. Si deve scandagliare la vita privata del soggetto scomparso. Si guardano i movimenti bancari, trasferimenti di denaro ingenti, frequentazioni, abitudini: come vive sostanzialmente questa persona. Daniela è un soggetto che rientra nelle categorie fragili: l’idea che possa essere stata adescata – e non nel senso sessuale – è sicuramente plausibile" spiega ancora Sartori. "Credo purtroppo che a Daniela sia capitato qualcosa ma le indagini sono in corso. In generale si deve tener conto di tutte le segnalazioni che arrivano e se siano il frutto o meno di una visione ‘condizionata’ da ciò che emerge nella stampa. Nel momento in cui una persona scomparsa viene mostrata attraverso i canali televisivi alcune persone possono riferire di aver visto un soggetto scambiandolo per la persona scomparsa. Magari è una persona simile o ricorda tratti somatici della persona scomparsa ma le segnalazioni vanno filtrate perché spesso frutto di un condizionamento. Nel caso di Daniela ci sono tanti aspetti poco chiari. Banalmente il primo è quello del denaro lasciato a casa oppure la sim che non ha portato con sè. Impossibile che una persona come Daniela, ad esempio, non abbia portato con sè il telefonino. Eppure il cellulare – da quanto emerso – risulta spento. In generale non dimentichiamo l’importanza di diari personali, biglietti prenotati e ricerche effettuate sulla rete, incrociandole con le celle telefoniche laddove è possibile. Allo stesso modo, sempre con l’accesso all’abitazione si può avere contezza se all’interno vi siano state altre persone, analizzando quindi tracce biologiche e dattiloscopiche. Ricordiamoci sempre che la tempestività è fondamentale".
v.r.