Stamane alle 11 davanti alla sede Ausl di Modena in via San Giovanni del Cantone appuntamento di protesta promosso dalle donne del Pd per la riapertura del Punto Nascite dell’ospedale Santa Maria Bianca. La decisione adottata dai vertici dell’Azienda Usl di sospendere l’attività di assistenza al travaglio-parto per un periodo imprecisato, "finché non sarà possibile ripristinare condizioni idonee", ha lasciato dietro di sé uno strascico infinito di polemiche, che oggi nella Bassa oppongono duramente il mondo della sanità da quello della politica. Sono almeno 14 oggi le donne in gravidanza che a seguito della decisione adottata in questi giorni dovranno partorire altrove. Come loro tante altre nelle prossime settimane avranno necessità di rivolgersi agli ospedali di Carpi, di Modena o di Pieve di Coriano, nel mantovano, per poter essere assistite in sicurezza . "Ancora una volta – attacca Giorgio Siena della Lista Civica + Mirandola - si evidenzia la discrepanza fra i responsabili tecnici e gli indirizzi politici dell’Ausl. I politici promettono e gli amministratori della sanità decidono, in base a criteri diversi. E’ evidente che qualcosa non va. La chiusura del Punto Nascita potrebbe essere l’inizio vero di un lento impoverimento dell’ospedale di Mirandola destinato ad aumentare con l’avvio della costruzione del nuovo ospedale di Carpi. L’errore principale della regione è quello di non aver tenuto fede all’idea, lanciata nel 2011, di un unico ospedale di tutta l’Area Nord di Carpi e Mirandola".
Toni fermi contro l’Ausl nei giorni scorsi erano stati espressi anche dal sindacato Cgil-Cisl-Uil, dal presidente Ucman Alberto Calciolari e dal sindaco di Mirandola Alberto Greco, oltre che da Forza Italia e dai circoli Pd. Ai vertici Ausl, tuttavia, non è mancato l’appoggio delle organizzazioni mediche. "La sospensione dell’attività di travaglio-parto del Punto Nascita dell’Ospedale di Mirandola, attivo da anni in deroga alle disposizioni legislative che declinano con fondamenti scientifici i criteri minimi di operatività in sicurezza dei Punti Nascita - afferma Matteo Nicolini, presidente AAROI-EMAC Emilia-Romagna - rappresenta un esempio di buona e saggia gestione basata sulla sicurezza dei pazienti che prevale su tutto il resto. Come associazione plaudiamo alla decisione perché oltre alla mancanza dei requisiti richiesti dal ministero ed aver caricato sulle spalle di pochi bravissimi professionisti la scelta di tenere aperto, non è da trascurare anche la carenza di altri professionisti che ruotano attorno ad un servizio così articolato, non da ultimi gli anestesisti rianimatori". Preoccupazioni certamente condivise da un’altra organizzazione medica Anaao Assomed Modena secondo la quale "Mantenere aperto, in queste condizioni, il punto nascita di Mirandola significherebbe esporre medici, operatori e pazienti a criticità inaccettabili senza salvaguardare l’interesse e la salute dei cittadini che devono essere prioritari rispetto alle singole scelte politiche".
Sul tema è intervenuto anche l’ordine dei medici: "La decisione dell’Ausl era inevitabile per la sicurezza di operatori e pazienti".
Alberto Greco