Sono state in tutto 46 le Medaglie d’Onore consegnate ieri ai familiari dei deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto, conferite dal Presidente della Repubblica. Le medaglie sono state consegnate nell’ambito di una cerimonia che si è svolta presso il Palazzo Ducale, alla presenza delle massime Autorità provinciali.
A prender parola, all’inizio dell’evento è stato il comandante dell’Accademia militare, generale Scalabrin che ha ricordato come il padre, un militare dell’Arma, fosse stato internato in un lager tedesco. Dopo di che hanno preso la parola il presidente della Provincia, Fabio Braglia e il prefetto Fabrizia Triolo. "Va dato il giusto risalto a chi si rifiutò di aggiungersi ai soldati nazisti, evitando così di far male alla propria gente" - ha commentato il prefetto.
Braglia ha sottolineato poi come quello, attraverso l’emozionante cerimonia, vengano riconosciute dopo tanti anni le sofferenze di tante persone provenienti da tutta la provincia e all’epoca deportate. "Con questa medaglia si vuole ringraziare chi ha dato la vita, chi ha sofferto per la libertà e la democrazia. Dobbiamo dirlo ai nostri ragazzi, alle nuove generazioni: non possiamo dare per scontati i valori che ci hanno dato in eredità".
Emozionatissimi i tanti parenti presenti ieri al momento del ritiro della medaglia, in particolare figli e figlie dei tanti concittadini deportati. Tra loro anche Francesco Telleri di Palagano. "Sono il figlio di Leopoldo Telleri – afferma – Mio padre fu prigioniero in Germania. Quando mio padre era in campo di concentramento era insieme a sette amici – racconta – e li ha aiutati un po’ tutti. Una volta erano in fila; avrebbero dovuto ammazzarli tutti. Poichè era amico di un generale, mio padre fu salvato ma riuscì anche a far salvare tutti i suoi amici – ha commentato Telleri, commosso – Eravamo ad una festa paesana, Santa Giulia e i suoi amici venivano tutti lì, a mangiare e ci raccontavano tutte le loro avventure. Ricordare quei momenti, per me è sempre una grande emozione. Noi oggi prendiamo una medaglia, ma non dimentichiamoci ciò che hanno vissuto: mio padre, quando tornò a casa, pesava quaranta chili".