’J’accuse’, dieci anni di Dig Festival. Cento eventi per il buon giornalismo

Dal 18 al 22 l’appuntamento unico in Europa. Lectio magistralis di Albanese (Nazione Unite) sul massacro in Palestina

’J’accuse’, dieci anni di Dig Festival. Cento eventi per il buon giornalismo

Dal 18 al 22 l’appuntamento unico in Europa. Lectio magistralis di Albanese (Nazione Unite) sul massacro in Palestina

’J’accuse’ è il titolo di Dig Festival 2024, giunto alla sua decima edizione, che si terrà in città dal 18 al 22 settembre. Dopo il successo del 2023, con oltre 10mila presenze, il più importante evento europeo dedicato al giornalismo investigativo e di reportage festeggia i suoi primi dieci anni con un programma ancora più ricco, con oltre 100 eventi distribuiti su 5 giornate, con talk, proiezioni, workshop, mostre d’arte, concerti, oltre all’assegnazione dei Dig Awards 2024 e del Dig Pitch. Tra gli ospiti principali ci saranno Francesca Albanese, attuale relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, il magistrato antimafia Nino Di Matteo, la leggenda del giornalismo israeliano Meron Rapoport, l’attivista e ricercatrice palestinese Mona Shtaya, la data journalist statunitense Premio Pulitzer Julia Angwin. Con loro tanti reporter, autori e autrici: tra questi Eddi Marcucci, Francesca Coin, Stefano Liberti, Christian Raimo, Janek Gorczyca, Matteo Nucci, Valerio Bassan, Nancy Porsia, Gianluca Costantini, Alberto Nerazzini, Diletta Bellotti, Laura Silvia Battaglia, Giuliano Battiston, Philip Di Salvo, Gianni Barbacetto, Saverio Lodato. L’espressione ’J’accuse’, scelta come titolo di questa edizione del Festival, indica la necessità di denunciare pubblicamente un’ingiustizia, anche quando farlo è sconveniente o pericoloso. Fu Émile Zola a usarla per primo nel 1898 nella sua celebre lettera al Presidente della Repubblica francese per difendere l’innocenza dell’ufficiale Alfred Dreyfus. Zola fu condannato a un anno di carcere per via della sua presa di posizione.

Con il titolo ’J’accuse’ il Festival vuole rendere omaggio al giornalismo indipendente, a chi ha il coraggio di mettere "la verità prima di tutto", a chi prende posizione e ci mette la faccia. In un anno come questo, la scelta di questo tema è anche un omaggio alla memoria delle giornaliste e dei giornalisti che sono stati uccisi raccontando cosa succede in Palestina e più ampiamente in Medio Oriente. ’J’accuse’ ricorda a tutti che il ruolo del giornalismo, in quest’epoca di crisi e di guerra, è sempre lo stesso: denunciare l’ingiustizia, anche quando è rischioso o svantaggioso, perché solo così il giornalismo può salvarsi dalla bancarotta e riportare la politica entro il perimetro della democrazia. Giovedì 19 settembre, nella cornice della Chiesa di San Carlo, si terrà la lectio magistralis di Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati, e del giornalista freelance esperto di Medio Oriente Christian Elia. I due hanno scelto la locuzione ’J’accuse’ come titolo per il loro libro con cui invocano la fine del massacro in Palestina (Fuoriscena, 2023).