Per uscire doveva chiedere il permesso ma doveva ‘rendere’ conto di ogni suo passo anche all’interno dell’abitazione; così come era costretta a mostrare continuamente il telefono ed eventuali conversazioni. Se ‘disobbediva’ veniva rinchiusa in casa insieme ai suoi bambini. E’ stato rinviato ieri a giudizio con l’accusa di maltrattamenti un indiano 40enne residente nella bassa modenese.
La donna e vittima di anni di violenze fisiche e psicologiche si è costituta parte civile al processo anche per conto dei figli minori dell’imputato. La prossima udienza è prevista per il 12 settembre davanti al secondo collegio. Parliamo di maltrattamenti andati avanti per lungo tempo ma anche di lesioni: in un caso la vittima si è vista costretta a farsi medicare in ospedale.
La donna – in base a quanto ricostruito dagli inquirenti – era tenuta costantemente sotto controllo dal marito che la minacciava quotidianamente, impedendole di lavorare e di uscire di casa se non con lui o comunque con il suo permesso.
Dalla denuncia della donna è emerso anche come la stessa fosse sottoposta a vessazioni e insulti quotidiani.
Dopo l’ennesima lite e le pesanti minacce la vittima, stremata e preoccupata per la propria incolumità e quella dei figlioletti, si è convinta a denunciare. Ora l’ex marito-padrone dovrà affrontare il processo.
Valentina Reggiani