GIORGIA DE CUPERTINIS
Cronaca

Influenza, la variante australiana: "Febbre alta e forti mal di testa. Ma il vaccino ci può proteggere"

L’infettivologo Stefano Zona (Ausl): "Si tratta di un virus circolato in passato e in parte già conosciuto. Le persone più esposte ai rischi? Gli anziani e i bambini. Ecco come possiamo difenderci dai pericoli"

Influenza, la variante australiana: "Febbre alta e forti mal di testa. Ma il vaccino ci può proteggere"

L’infettivologo Stefano Zona

Stefano Zona, medico specialista in malattie infettive per l’Ausl di Modena, ottobre apre le porte a una nuova influenza: la cosiddetta variante australiana. Di cosa si tratta?

"Viene chiamata così, ma in realtà si tratta più semplicemente del sottotipo H3N2 del ceppo A. Un virus influenzale particolarmente virulento, già circolato in passato e, proprio per questo motivo, in parte già conosciuto. Ma soprattutto, già coperto dal vaccino a disposizione di tutti".

Quali sono i sintomi?

"Sono simili a quelli di altri tipi di influenza. Febbre alta per 5-7 giorni, male alle ossa e soprattutto mal di testa. Può essere infatti che questo virus colpisca il sistema nervoso centrale, provocando confusione mentale, specialmente nella popolazione più anziana. E può, inoltre, causare insufficienza respiratoria soprattutto negli immunodepressi".

Quali sono le persone maggiormente a rischio?

"Anche in questo caso, le fasce più esposte ai rischi sono gli anziani e i bambini, che potrebbero contrarre forme più severe.

E ovviamente le persone più fragili e immunodepresse".

Come proteggersi, quindi?

"Lo ribadiamo anche questa volta: la vaccinazione è lo strumento più importante ed efficace. Per questo la raccomandiamo a tutta la popolazione, dai più giovani fino ai più anziani, specialmente al di sotto dei 6 anni e sopra i 65, così come alle donne in gravidanza. Grazie alla vaccinazione possiamo infatti prevenire le forme più severe".

Si tratta realmente di una variante più pericolosa rispetto alle altre?

"In realtà è ancora presto per dirlo. In Australia si sono verificati molti contagi, ma questo non significa che il virus sia più virulento rispetto agli altri. Ci sono stati dei primi casi in Italia, ma non ancora nella nostra provincia. Certo è che, andando verso l’inverno, risulta ancora più importante tutelarci e prevenire le eventuali complicazioni: anche indossare la mascherina può essere uno strumento di difesa importante, per proteggere noi stessi e gli altri. Ma soprattutto, lo ribadisco, sarebbe bene vaccinarsi per contrastare realmente i diversi rischi".

C’è preoccupazione per questa nuova stagione invernale?

"Nei mesi più critici, lo abbiamo visto anche in passato, lo scenario si fa più intenso, con una maggiore pressione all’interno dei nostri ospedali. Ma siamo sempre stati preparati e anche per quest’anno ci stiamo già organizzando, per gestire al meglio i pazienti".

Cos’altro?

"C’è un altro aspetto su cui bisognerebbe mantenere accesi i riflettori e che ci preoccupa, cioè l’automedicazione, che può rappresentare un importante rischio durante l’influenza. Ricordiamo infatti che le persone dovrebbero assumere antibiotici solo dopo valutazione da parte di un medico: influenza è un virus, gli antibiotici non sono utili per guarire".

Su cosa, infine, dobbiamo mantenere alta l’attenzione?

"Ricordiamo inoltre l’importanza anche del vaccino antipneumococco, per ridurre il rischio di polmonite e malattie invasive batteriche, e il vaccino anti zoster, per ridurre il rischio del fuoco di Sant’Antonio. Vaccini gratuiti per i 65enni e che hanno un’elevata efficacia e livello di sicurezza".