REDAZIONE MODENA

L’inchiesta sui dossieraggi, ci sono tre modenesi tra le vittime delle spie

Fra questi anche un ex imprenditore che ha cessato l’attività. Gli accusati acquisivano illegalmente una marea di informazioni riservate

Un gigantesco mercato di dati e notizie riservate che finivano in dossier commissionati per acquisire informazioni sui rivali in affari

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Modena, 28 ottobre 2024 – Ci sono anche tre modenesi (due di Modena e uno di Formigine) tra le vittime della banda dei dossier, l’associazione a delinquere finita nel mirino della Dda di Milano. Tra questi c’è anche un ex imprenditore che ha cessato alcuni anni fa la propria attività.

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Si parla di un “gigantesco mercato di informazioni personali” e riservate acquisite il modo illecito da banche dati strategiche per l’Italia, carpite da ex appartenenti o appartenenti a polizia e Gdf, tecnici informatici e hacker per essere rivendute a clienti del mondo dell’imprenditoria non solo per fini ‘aziendali’ ma anche familiari.

È quanto ha scoperchiato l’indagine della Dda di Milano e della Dna che ha portato agli arresti domiciliari l’ex super poliziotto Carmine Gallo, amministratore delegato della Equalize, società di investigazione privata del presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali, ora indagato, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, titolari o soci di aziende collegate e specializzate nella sicurezza e nell’informatica.

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A disporre gli arresti con braccialetto elettronico è stato il gip Fabrizio Filice che ha anche firmato un provvedimento interdittivo della sospensione dal servizio per un finanziere e un agente di polizia e ha posto sotto sequestro, oltre alla Equalize, Mercury Advisor srls e Develope and Go srls.

Le accuse a vario titolo, contestate a una sessantina di persone, sono associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e intercettazione abusiva e favoreggiamento.

Le banche dati bucate sono i depositi di dati strategici in uso alle forze dell’ordine, all’agenzia delle entrate e a Bankitalia. Il giudice, pur respingendo altre 10 richieste di misura cautelare - tra cui quella per Pazzali - avanzate dal pm milanese Francesco De Tommasi (i rigetti verranno impugnati), ha condiviso l’impostazione di inquirenti e investigatori.

Così a finire tra gli indagati sono stati solo coloro che sapevano dell’attività illegale alla base di questo traffico allarmante e di dimensioni imprenditoriali”, come ha spiegato il Procuratore della Dna, Gianni Melillo, con l’esfiltrazione, in un paio di anni, di parecchie migliaia di dati che poi finivano in report spesso “mimetizzati” in modo da apparire leciti.

Sotto inchiesta è finito tra gli altri, Leonardo Maria Del Vecchio, che avrebbe chiesto e ottenuto informazioni sui fratelli per motivi di eredità e sull’allora fidanzata, modella e attrice, Jessica Michel Serfaty e il suo braccio destro Marco Talarico.