VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Incendio alla Crm di Modena, analisi sull’aria e sindacati preoccupati: “Garantire la sicurezza”

Danni ingenti alla Casa della Piada, produzione ripartita in altri impianti. Pressing Cgil: "Non si conoscono le cause, incertezza tra i dipendenti". Intanto Arpae ha fatto rilievi per scongiurare la presenza di inquinanti

Modena, 7 agosto 2024 – Dopo il devastante incendio che lunedì ha distrutto uno degli impianti adibiti alla produzione delle famose piadine, ieri pomeriggio è ripartita la produzione sugli altri due impianti della Crm di via del Mercato. Sono intanto in corso accertamenti sul rogo, che si è velocemente allargato alla copertura dello stabilimento.

Maxi rogo alla Crm di Modena: danni ingenti alla Casa della Piada, produzione ripartita in altri impianti. Intanto Arpae ha fatto rilievi per scongiurare la presenza di inquinanti
Maxi rogo alla Crm di Modena: danni ingenti alla Casa della Piada, produzione ripartita in altri impianti. Intanto Arpae ha fatto rilievi per scongiurare la presenza di inquinanti

Necessario chiarire le cause anche perché non è la prima volta che i residenti del rione Sacca assistono alla fuoriuscita di una densa nube di fumo nero dall’azienda che produce piadine e tigelle: a gennaio dello scorso anno un altro importante incendio si era sviluppato nell’edificio adiacente a quello incenerito lunedì. Ieri mattina, comunque, gli operai erano al lavoro e, nel frattempo, Arpae ha attivato il controllo della qualità dell’aria ma ad insorgere sono i sindacati: i lavoratori chiedono più sicurezza.

"Grazie all’intervento tempestivo dei mezzi di soccorso l’incendio è stato domato e circoscritto e nessun lavoratore ha riportato conseguenze – sottolinea Monica Auricchio, Flai Cgil Modena –. Auspicavamo che dopo l’incendio avvenuto all’impianto 37 (andato completamente distrutto) la C.R.M. Spa avesse messo in campo sistemi di sicurezza volti non solo a garantire l’incolumità dei lavoratori e dell’abitato circostante, ma anche di protezione degli impianti e delle strutture. Ma così non è stato. Non si conoscono ancora le cause del rogo né la portata dei danni, quel che è certo è che le lavoratrici e i lavoratori di C.R.M. Spa e di Appennino Servizi (che operano sul sito in appalto) sono veramente preoccupati e stanchi – sottolinea la sindacalista –. Dopo l’incendio di gennaio, il personale ha lavorato duramente per cercare di mantenere i livelli di produzione anche con un impianto in meno e solo da un paio di mesi la situazione era tornata alla normalità, rallentando i ritmi e i carichi di lavoro e si stava progettando il futuro. Ora regna l’incertezza su cosa li aspetterà, e lo sconforto di doversi nuovamente far carico dei disagi che questo fermo produrrà".

Flai Cgil e la Filt Cgil assieme alle RSU a nome dei lavoratori chiedono alla Direzione Aziendale un intervento sostanziale e immediato sulla sicurezza degli impianti, per contrastare definitivamente il rischio incendi ma anche misure volte a scongiurare conseguenze sul piano occupazione. Intanto i primi rilievi di Arpae nell’area industriale confinante con un quartiere residenziale densamente abitato non hanno evidenziato situazioni di criticità. Le operazioni dei pompieri, lunedì, erano terminate in serata. Gian Luca, residente storico della Sacca, racconta: "Ero a passeggio lunedì sera con il mio cane quando improvvisamente ho sentito un odore acre e pungente in gola. Mi sono voltato e ho visto il fumo. Recentemente abbiamo avuto il problema dell’amianto emerso dall’abbattimento del fabbricato Civ&Civ e di cui non risulterebbe ancora essere stata fatta piena chiarezza. Da anni – lamenta – soffriamo le emissioni del vicino inceneritore. Come i miei concittadini anch’io lamento l’eccessiva cementazione dell’area".