
In viaggio con Gilgamesh, l’uomo che tutto vide Quando trasformazione fa rima con miglioramento
Immagina di ritornare indietro nel tempo e di ascoltare dai cantori la storia "dell’uomo che tutto vide". Concentrati sulla voce. Fai un passo indietro e immagina di vedere delle sagome cupe che si muovono emergendo dalla luce, raccontando e facendoti vivere la storia di un grande eroe. Chiudi gli occhi e lasciati trasportare dalla musicalità della loro voce, dalle parole, dai suoni che scandiscono il tempo ma che allo stesso momento accompagnano il racconto del mito. Osserva: solo tre uomini riescono a riempire il palco, entrando e uscendo dai loro ruoli. Appena entrati in sala, le luci calano rendendo l’atmosfera tranquilla e serena. In questa atmosfera di quiete, immersa in un silenzio che invade tutta la platea, il poema di Gilgamesh è raccontato da tre attori: Giovanni Calcagno, Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio. Giovanni Calcagno è il primo a prendere parola, introduce la storia seduto di tre quarti. Il linguaggio è secco, sintetico; le mani nell’aria e la gestualità puntuale ci fanno immaginare le vicende di Gilgamesh, re di Uruk che ha varcato i confini del mondo alla ricerca dell’immortalità. Intervalla la parte di narratore a quella interpretativa. Vincenzo Pirrotta è l’attore più espressivo, utilizza una tecnica di narrazione chiamata ’cunto’, una tradizione siciliana ritmica, accompagnata dalla voce. Usa tutto il corpo e lo spazio, battendo il piede con ritmo cadenzato e facendo dialoghi ritmati, come se avesse visto e vissuto il poema da spettatore. A un certo punto utilizza anche delle marionette che appaiono prima come ombre sul fondale della scena e successivamente ’in carne e ossa’ in scena. Luigi Lo Cascio, l’ultimo narratore dei tre, fa uso di un linguaggio più articolato, sostenuto da una partitura musicale, maneggia un antico libro, indossa vesti moderne e la narrazione è sempre accompagnata dall’intreccio di musica e proiezioni che arricchiscono una scena povera di elementi. La presenza di proiezioni video accompagnano e introducono i monologhi degli attori, stimolando emozioni e suspense e creando la giusta atmosfera. Sono spesso accompagnati da musiche che riproducono i suoni della natura come lo scorrere di un fiume. Il poema epico da cui è tratto lo spettacolo affronta diversi tem: l’amicizia tra i personaggi, la ricerca dell’immortalità e la trasformazione. Quello che ci ha colpito di più è la trasformazione e come attraverso un viaggio si possa cambiare la propria persona in meglio, migliorando la propria vita e quella degli altri. Mettersi in ricerca di qualcosa vuol dire anche trasformarsi.
I ragazzi e le ragazze della 1°E
del Liceo Wiligelmo di Modena