Montese oggi ricorda i suoi caduti e i reduci della Divisione Acqui che combatterono nelle isole ioniche di Cefalonia e di Corfù, una delle pagine più tragiche della di storia della seconda guerra mondiale. I nostri soldati della Divisione Acqui non consegnarono le armi come intimato dai tedeschi e iniziò la mostruosa carneficina che contò 9.640 morti italiani, 153 dei quali modenesi compresi i cinque di Montese: Gervasio Balocchi, Amadio Bernabei, Nereo Biagini, Dionigio Monari, Gabriele Passini. Oggi, alle ore 10, nella sala Mons. Dallari, dopo il saluto del sindaco e la testimonianza di alcuni famigliari di sopravvissuti, interverrà i Orazio Pavignani, storico e presidente dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui, sezione di Bologna, Ferrara e Modena, mentre Roberto Budrioli di Modigliana eseguirà il Canto dei prigionieri. Alle 12, cerimonia al Monumento alla Divisione Aqui in via Pace e, dalle 14,30, alla sala mostre nell’ex Ghiacciaia si potrà visitare la mostra sulla Divisione Aqui, mentre alle 15, in Piazza IV novembre, si svolgerà il concerto della Banda musicale ‘G. Verdi di Fognano. Fra gli oltre due mila italiani che scamparono al massacro di Cefalonia e Corfù riuscirono a tornare in patria una decina di montesini. Fra questi, Gustavo Focci che intuì quanto stava accadendo. "Eravamo accerchiati dai tedeschi. Incontrai il mio compaesano Nereo Biagini al quale proposi di scappare con me. Rifiutò dicendomi che era un portaordini e doveva restare a disposizione dei superiori. Io fuggii nella boscaglia e udii gli spari e le urla di dolore dei miei compagni, fra i quali l’amico Nereo Biagini". Si salvò anche Elio Giacobazzi che faceva parte della banda musicale: "Io dovevo salire sulla nave diretta in Grecia assieme al mio paesano Antonio Guidotti. Io fui rimandato indietro. Quella nave affondò, Guidotti si gettò in mare, si aggrappò a un pezzo di legno, raggiunse la riva e fu raccolto da alcuni pescatori greci. Lo vidi: aveva le mani sanguinanti".
w. b.