di Giorgia De Cupertinis
Cronaca

Il ritorno tra i banchi. L’allarme dei sindacati: "Quasi 4mila precari, il trend ci preoccupa"

Verso il nuovo anno scolastico tra priorità, incognite e appelli. Cozzo (Cisl): "Servono più docenti specializzati per il sostegno". Riso (Cgil): "L’istruzione è strategica: non si risparmi sul futuro".

Il ritorno tra i banchi. L’allarme dei sindacati: "Quasi 4mila precari, il trend ci preoccupa"

Meno di un mese al ritorno sui banchi

Modena, 18 agosto 2024 – Sono "dati parziali" in evoluzione, che restituiscono una prima fotografia in attesa che il suono della campanella segni il ritorno sui banchi. Superata la prima metà d’agosto, "sull’assegnazione dei posti vacanti siamo ancora in alto mare: per ora sono soltanto 208 a livello provinciale su tutti gli ordini di scuola – va dritta al punto Antonietta Cozzo, segreteria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – ma questo purtroppo è un ritornello che si ripete da anni. Soprattutto se pensiamo ai diversi cambiamenti in atto: ora si estende infatti il termine per le immissioni in ruolo derivanti dalle graduatorie del concorso fino al 31 dicembre, e non più quindi fino al 31 agosto.

Questo potrebbe causare ben più di un disagio non solo agli alunni, ma anche allo stesso personale: ci sono supplenti che potranno quindi avere una cattedra solo per qualche mese, invece che per un anno intero, e poi dovranno lasciare il loro posto agli aventi diritto. Un’operazione che vedrà così un cambio di personale ad anno già iniziato. E’ da tempo che la scuola va avanti senza delle politiche ragionate a monte".

Non è finita qui. Come ogni estate, così anche quest’anno si va alla ricerca di presidi disposti a fare il ‘doppio’ lavoro. L’elenco delle scuole senza dirigente e per le quali si cerca la disponibilità di un altro preside ad assumerne la cosiddetta reggenza, infatti, vede anche "diciannove istituzioni scolastiche nella nostra provincia. Se pensiamo che in totale ne contiamo 88, praticamente un quarto non ha ancora un dirigente scolastico. Bisogna riflettere su questo tema con grande attenzione".

E tra le spine rimane un’altra criticità. "Gli insegnanti di sostegno? Siamo alle solite. Le università non creano un numero congruo per quel settore, quindi è una figura difficile da reperire. Per le assunzioni sul sostegno si è provato a tamponare dalle Gps (Graduatorie Provinciali per le Supplenze, ndr) ma sono proprio i docenti specializzati che mancano".

E’ poi Claudio Riso, segretario Flc Cgil, a immortalare attraverso i numeri una situazione scolastica che, poco prima del suo avvio, conferma segnali negativi in linea con gli scorsi anni.

"A livello regionale, contiamo oltre tremila cattedre assegnate con immissione di ruolo – spiega –. Se decliniamo questo numero, ne stimiamo 781 a livello locale per la nostra provincia.

Di questi posti però, che già di per sé non sarebbero sufficienti a soddisfare l’intero bisogno, probabilmente ne saranno coperti il 70-80%, mentre gli altri rimarranno scoperti".

Ma c’è un ulteriore dato, forse ancora più significativo. "Nel nostro territorio provinciale stimiamo anche quest’anno tremila docenti precari: una parte di questi sono vincitori di concorsi che non hanno ancora la possibilità di essere stabilizzati e devono attendere ancora – precisa –. Inoltre, coloro che vincono il concorso Pnrr avrà un accesso prioritario rispetto a coloro che hanno fatto, e vinto, il concorso anche tre o quattro anni prima. Si innesca così una ’guerra tra poveri’, che non riuscirà nemmeno lontanamente a invertire il trend di questi anni".

Dei tremila docenti precari, inoltre, "una buona parte verrà adibita al sostegno, seppur siano pochissimi quelli ad avere una specializzazione – continua Riso –. Siccome il numero non sarà comunque esaustivo, si attingerà dalle Gps, e il risultato sarà prevedibile: un esercito di docenti volenterosi, ma non specializzati".

Capitolo Ata. "Anche qui le immissioni in ruolo (141) sono poche, a fronte di un fabbisogno elevato: 31 assistenti amministrativi, 8 assistenti tecnici, 102 collaboratori scolastici. Anche qui ci sarà un piccolo esercito di precari, circa ottocento".

La triste somma è piuttosto semplice: "su 12mila lavoratori in provincia, stimiamo circa quattromila precari tra docenti e Ata. Il film è sempre lo stesso: mancano politiche lungimiranti su un settore strategico come quello della scuola...".