GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Il rabbino Goldstein: "L’oblio è improbabile. I traumi riaffiorano"

La riflessione del capo della comunità ebraica "Traccia indelebile nelle coscienze dei popoli"

Il rabbino capo della comunità ebraica di Modena e Reggio Beniamino Goldstein

Il rabbino capo della comunità ebraica di Modena e Reggio Beniamino Goldstein

Modena, 25 gennaio 2025 – "Il rischio di dimenticare la Shoah? Non credo sia possibile. Possono esserci periodi in cui il ricordo sbiadisce. Ma come per le coscienze degli uomini, anche per le coscienze dei popoli, il rimosso a ondate riaffiora". Sono giorni intensi per il Rabbino capo della comunità ebraica di Modena e Reggio Beniamino Goldstein (nella foto), impegnato nelle commemorazioni per il Giorno della Memoria.

Goldstein, la senatrice a vita Liliana Segre teme il rischio di dimenticare la Shoah. "Credo sia difficile, ne avevo parlato proprio in Sinagoga tempo fa. L’attenzione alla Shoah è cresciuta in realtà, seppure tra ondate e riflussi, man mano che ci allontanavamo dalla vicenda storica. Subito dopo la Seconda guerra mondiale invece la priorità era la ricostruzione, c’era voglia di dimenticare o quantomeno non c’era nessuno sforzo per ricordare quanto era accaduto".

Qual è stato il momento che ha determinato un ritorno di attenzione per la Shoah? "Sempre nei decenni, a intermittenza, possiamo trovare momenti nei quali il ricordo riaffiora come ad esempio nei processi di Francoforte a metà degli anni ’60 nei quali la Germania seppure con difficoltà comincia a ricordare. Quindi segue un periodo di oblio, ma il fatto che la Shoah sia rimasta presente nelle coscienze lo può testimoniare il successo riscosso dalla miniserie televisiva Holocaust che ebbe un’audience enorme sia in Italia che soprattutto in Germania. Quella miniserie, seppure non eccezionale dal punto di vista artistico, risvegliò le coscienze. Successivamente la vicenda fu messa nuovamente da parte, fino a quando un grande film, all’inizio degli anni ’90, Schindler’s List, favorisce il ritorno alla memoria. Diciamo che, come per gli uomini, anche per i popoli esiste un inconscio: uno può provare a dimenticare i traumi, ma durante la notte il rimosso torna a galla negli incubi".

Trauma dunque non solo per le vittime, ma anche per i carnefici. "Bisognerebbe esaminare e parlare di quanto la Shoah abbia condizionato il futuro della Germania e dell’Europa intera. La Germania nella prima parte del ‘900 era all’avanguardia dal punto di vista non solo militare, ma anche scientifico, culturale, universitario. Molti sostenevano che il tedesco sarebbe stata la lingua del futuro. Dopo la Shoah la Germania, ma anche l’Europa, ha compromesso tutto. Si parla infatti non solo di genocidio delle vittime, ma anche di suicidio della Germania, e indirettamente dell’Europa, che provando a sterminare l’ebraismo si è privata di una componente che ha contribuito a determinare quel progresso".

Ritiene che la Memoria possa rimanere viva anche nelle nuove generazioni? "Il problema è la scarsa attenzione che oggi si accorda alla Storia e alla Geografia. Se non si conosce la Storia del ‘900 nella quale collocarla, difficilmente la Shoah può assumere un significato. Il rischio maggiore in queste giornate è in realtà quello di schiacciare il pulsante della retorica e poi trascorsa la commemorazione passare all’altra. Bisogna evitare i sentimentalismi ed esaminare con lucidità e consapevolezza quello che è accaduto".

Gianpaolo Annese