VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Il prefetto Triolo subito al lavoro: "Umiltà e coraggio mi guideranno. Minori stranieri, massimo impegno"

Appena insediata, ha già convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: "Il disagio va affrontato" "Sento forte il ruolo che ricopro, sarò lieta di collaborare con Camporota. Insieme per la vivibilità del territorio"

Il prefetto Triolo subito al lavoro: "Umiltà e coraggio mi guideranno. Minori stranieri, massimo impegno"

Il prefetto Triolo subito al lavoro: "Umiltà e coraggio mi guideranno. Minori stranieri, massimo impegno"

Modena, 20 luglio 2024 – "Sono arrivata a Modena con grande entusiasmo. La mia idea è quella di iniziare a mettere semi e capire le aspettative della comunità, dalle quali devo partire". Umiltà e coraggio, ma anche grande ascolto e disponibilità verso il prossimo. Sono questi i valori che contraddistinguono e sente propri il nuovo prefetto di Modena Fabrizia Triolo, che si è appena insediata e che ieri mattina ha incontrato la stampa per spiegare la priorità e per farsi conoscere. Dopo la laurea in giurisprudenza a Palermo, Triolo ha cambiato otto sedi (Modena è la nona) partendo da Pavia per passare da Brescia e Genova, dove è rimasta per ben 16 anni.

Lì ha vissuto gli anni complessi del G8 per poi perfezionare le proprie competenze nell’area del nord ovest. Prima sede da prefetto: Biella, con un incarico importantissimo arrivato proprio nel corso della pandemia.

Dottoressa, arriva a Modena già con un ‘bagaglio importante’ di esperienza sulle spalle.

"Il lavoro a Biella mi ha forgiato e se c’è una cosa che ho capito allora è che un prefetto non può prescindere da due requisiti, doti: umiltà e coraggio. Umiltà è la capacità di stare accanto al problema, alle persone. Mettersi con e non contro. Ho capito che non si deve fare il prefetto da palazzo ma è fondamentale il rispetto dell’altro, la capacità di ascoltare. Con il Covid la paura ci ha resi vicini, facendoci sentire parte dello stesso destino. L’attenzione all’altro è fondamentale, è il core business del mio lavoro, devo stare attenta, devo capire e per farlo devono conoscere. Se ci saranno momenti di tensione occorrerà arrivarci cercando di avere la conoscenza, quindi una platea di notizie che ti mettano in condizioni di meglio gestire quella situazione, non con sussiego che sa di antico".

In che modo si porrà quindi nel suo lavoro modenese?

"Sento forte il ruolo, la funzione che vengo chiamata a svolgere; occorre fare rete con altri soggetti. Sono arrivata lunedì scorso, ho fatto un trasloco in pochi giorni e l’Emilia Romagna era a me sconosciuta ma, e non lo dico per piaggeria, per l’Emilia ho avuto sempre simpatia. Riconosco nell’emiliano determinate qualità, ha caratteristiche forti che rivedo nel mio catalogo di sentimenti da siciliana. Parlo di duttilità, capacità di porsi davanti alle difficoltà e leggerezza che mi hanno sempre affascinato. Oltre a punte di genialità e talento. Questo fa sì che sia arrivata con gioia".

Come sta entrando nella realtà modenese?

"La prima settimana l’ho dedicata agli incontri istituzionali e ai colloqui con le forze dell’ordine.

Sto cercando anche di trovare elementi di stabilità anche a casa (ha poi scherzato sulla raccolta differenziata dei rifiuti, un sistema col quale sta cercando di districarsi, ndr). E sulla città sto facendo attività di documentazione. Già martedì prossimo ho convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica perchè effettivamente, leggendo il giornale, si notano eventi, forse circoscritti alla stagione estiva, forse in crescita ma che denunciano un disagio. Davanti al disagio ci si deve fermare e non lo si deve negare.

La mia idea è quella di iniziare a mettere semi e capire le aspettative della comunità, da cui devo partire. Le tre cose fondamentali? Ordine e sicurezza pubblica, protezione civile, diritti civili e poi immigrazione e coesione sociale per superare le criticità".

Il precedente prefetto, dottoressa Camporota sarà assessore alla sicurezza. Come ‘legge’ questa circostanza?

"Trent’anni fa abbiamo fatto il corso insieme di accesso alla carriera, poi ci siamo un po’ perse di vista, ma nelle occasioni in cui ci siamo incontrate ci siamo sempre rivolte l’una all’altra con entusiasmo; nei suoi confronti c’è profonda stima per la sua libertà intellettuale, limpidezza e simpatia umana. Come la vedo? E’ un’esperienza un po’ inedita, per me, ma Camporota è una persona che desidera mettere il proprio portato storico, professionale e culturale a servizio della città. Metteremo insieme le cose che sappiamo e sarò lieta di poter avere un contributo dalla dottoressa Camporota anche in qualità di assessore. E di poter dare a mia volta un contributo. Lavoreremo insieme ognuno con i propri strumenti per le condizioni di regolare vivibilità del territorio che passano dall’ordine pubblico e dal sociale. Sui servizi non siete secondi a nessuno".

La presenza importante di minori non accompagnati nel nostro territorio, spesso dediti alla commissioni di reati, crea un certo disagio. Come pensa si possa gestire la situazione?

"Il minore fruisce di una rete di assistenza ben diversa dall’adulto, è in ogni caso una persona da proteggere. Sensibilità del legislatore è quella di fornirgli servizi aggiuntivi. E’ chiaro il minore va formato. Vengono seguiti, ci sono percorsi di lavoro, di istruzione, sicuramente sono quelli sui quali si deve lavorare di più per portare a casa qualche risultato. Io non credo che sia un problema di inefficienza del sistema. Ci sono delle realtà che sono borderline, parallele al mondo della deliquenza ordinaria. Dobbiamo stringerci intorno a questo problema, Ausl, Comuni, forze di polizia. Ognuno deve fare la propria parte. Che ci siano smagliature sicuramente, se oggi c’è una preoccupazione è questa ma è attenzionata. Non abbiamo armi spuntate. Per quanto riguarda i dati sui reati, non c’è una impennata nell’ultimo anno, ci sono episodi che allarmano. Dobbiamo rafforzare chirurgicamente la vigilanza, laddove c’è bisogno, come in estate o per la movida". Ma la sanzione non è l’unica strada, "dobbiamo anche occuparci del recupero, avviando le persone all’integrazione".