REDAZIONE MODENA

"Il ponte di Monet lo abbiamo voluto qui"

La riproduzione fedele nel giardino botanico ‘La Pica’ a San Felice è già diventata un punto di riferimento per gli appassionati d’arte

Nel giardino della sua villa, a Giverny, il pittore Claude Monet amava dipingere i giochi di colore e le forme che l’acqua è capace di creare, come nel famoso dipinto ‘Il Ponte Giapponese’, datato 1899 e custodito alla National Gallery of Art di Washington.

L’artista aveva fatto costruire in perfetto stile nipponico un ponticello in legno, sopra a uno stagno di ninfee, e in quel magico giardino fiorito le pennellate diventano un inno alla natura che da sempre ispira l’arte. Nell’era moderna Monet continua a ispirare, e domenica, 1° agosto, un gruppo di acquerellisti del Circolo Artificio di San Felice si riunirà al Giardino La Pica per trarre ispirazione dal ‘ponte giapponese’, perfettamente riprodotto e su ispirazione e progettazione del geometra Remigio Bruschi, che inaugura il passaggio sulla zona umida, punto ideale per ammirare la fioritura delle ninfee. Oggi come due secoli fa, a Giverny, alle porte di Parigi. La stessa atmosfera di pace e il contatto diretto con la natura. Gli artisti proveranno a ‘fermare’ il mondo di Monet dando forma e colori alle loro opere. "Il ponticello – spiega il dottor Giorgio Cavazza, tra i fondatori dell’associazione La Pica – contribuisce ad arricchire la collezione di punti di interesse del Gardino botanico, con il classico pergolato fiorito, il giardino dei frutti antichi, i rosai, e le altre 80 aiuole contenenti circa diecimila piante e piantine di circa mille specie diverse. Il nostro Giardino – continua – rappresenta una forma perfetta di ecosistema. L’aria pulita è alla base della nostra economia e società perché rende possibile la vita dell’uomo sulla terra. Un albero ‘sequestra’ circa 100 chilogrammi di anidride carbonica all’anno calcolati su di una media di trent’anni. Attualmente al Giardino Botanico vengono riassorbite circa 60 tonnellate all’anno di Co2 nei due ettari realizzati trent’anni fa, e circa 25 nei due ettari di quindici anni di età, compresi arbusti, rampicanti, erba per complessive 85 tonnellate di anidride carbonica".

Il Giardino La Pica, un cuore verde nelle campagne della Bassa modenese, è gestito dal 2006 dall’associazione di volontari attiva nella diffusione delle biodiversità, della didattica ambientale e dell’inclusione sociale. Sono all’incirca mille i bambini che ogni anno, prima della pandemia, frequentavano il Giardino come ‘aula verde’ in cui sperimentare le biodiversità e l’educazione ambientale. "Non solo è una oasi di pace in cui rifugiarsi in questo tempo, anche perché il Giardino è sempre aperto, ma è luogo di apprendimento e di didattica ambientale e solidale", dichiarano i tanti volontari, che ieri, prima della merenda, hanno mostrato piante e fiori a una ventina di ragazzini disabili. Coloro che fossero interessati a sostenere il progetto ambientale possono donare il 5 per mille a favore di Odv La Pica giardino botanico, via Imperiale 650.

Viviana Bruschi